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Aggiornato: 5 settembre 2025


Appena sei anni innanzi Antoniotto Della Torre aveva tolto in moglie la bella Ginevra, ultimo rampollo dell'antica casata dei Vivaldi. Insieme con la mano della fanciulla, che era in un monastero a compiere la sua educazione, c'erano cinque o sei milioni di sostanza, e il patto che il marito assumesse il nome della famiglia, che si sarebbe estinto colla persona di Ginevra.

Il Baglione, che di quel modo stava accostandosi alla Ginevra, offeriva qualche cosa di simile a ciò.

Accorse, e s'avvicinò alla Ginevra dicendo: Signora, vostro padre vi chiama. La Ginevra si volse. Vostro padre e il magnifico Baglione vi chiamano l

Per tal modo Aloise era più affondato che mai, senza speranza di cavarsene. E intanto la marchesa Ginevra, che aveva ballato il valzer col Cig

Un'altra usanza, stabilita in casa Vivaldi dalla marchesa Tullia, bisavola di Ginevra, e famosa nelle memorie nostrane per la sua stupenda bellezza e per l'ingegno che ebbe grandissimo su tutte le donne ed anco su molti uomini colti del suo tempo, era quella delle due feste da ballo.

Poi la contessa Ginevra, vedova del marito e dell'amante, tornò a Bologna, e per la prima volta anch'egli chiese al ministero di esservi traslocato. A Bologna compose definitivamente la propria vita.

Era questa una combinazione e un intreccio di cose che il Morone non aveva potuto prevedere. Egli medesimo aveva tentato ogni mezzo presso la Corte, affinchè il Baglione fosse spodestato e la Ginevra Bentivoglio rimanesse libera; ma l'aveva tentato in tempo in cui pensava a trarre alcun partito della di lei libert

Ginevra intanto era seduta su d'un canapè di legno dorato, coperto di raso azzurrognolo, e parecchi cavalieri le stavano intorno, tra i quali il gran ciamberlano, che voleva ad ogni costo mandarla a ballare.

Ma e ciò che avevi a dirmi? Oh non è nulla, non è nulla!,.. Ci rivedremo stassera.... E lo lasciava senz'altro.... Quegli, in sulle prime, rimase attonito in mezzo alla via, poi disse tra : Costui è ben pazzo, oggi. Ma fui ben più stolido io stesso a non accorgemene prima.... Così se ne andò pe' fatti suoi, intanto che il Manfredo a furia s'incamminava verso il palazzo dove stava la Ginevra.

A Domaso, il barcajuolo affidò ad altro suo collega i nostri passaggeri, che seguirono oltre pel lago. Giunti che saremo a Cremia, prese finalmente a dir la Ginevra, che ti resta a fare per prima cosa, Manfredo? È ciò appunto a cui stavo pensando; ma innanzi tutto mi spingerò fino a Como anch'io per veder tutti i luoghi d'appresso. Il solo Elia però entrer

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