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Questo lavoro sembra facile, ma non è; giacchè non basta osservare, studiare, fotografare, per poi avere un'opera d'arte originale, quantunque tutto sia ancora semplice, istintivo, senza mistura di influenze estranee nella societ

A renderlo così mesto, influì poi la repentina trasmutazione del cielo, giacchè, come trovo notato in un cronista, dalla met

Vengo per avere buona accoglienza, se no torno indietro e dico a Zaeli vostra moglie è.... Ti ha mandato Zaeli? Sicuro. Mi ha detto: Tonino, giacchè sei ozioso come un cagnuolo, va da Paolina che ho lasciata indisposta e tienle compagnia. Lo sa, il perfido, ch'io sono indisposta! mormorò essa.

Il medico avrebbe voluto continuare il discorso per disporre il Lautrec al nuovo incontro in qualche modo, o per vedere qual effetto sarebbe mai per produrre su lui la presenza della moglie di Manfredo.... ma giacchè se ne usciva spontaneamente, non volle trattenerlo di più, desiderando si risolvesse presto ogni cosa.

L'imperatore ravvisò nell'antico dominio del Ponto il solo punto vulnerabile dell'impero russo, giacché un'irruzione in Bessarabia non era possibile senza l'aiuto dell'Austria; ma gi

Se la Margherita credesse anch'ella e temesse le streghe e le altre superstizioni, non ho argomenti per asserirlo, per negarlo; è probabile di , giacchè, quando un errore è divulgato, troppo poche sono le menti privilegiate che ne siano tenute monde dallo spirito di osservazione e dal rifiuto dell'opinione popolare. Fatto è che colla folla soleva anch'essa col

V’è un giudice più alto di me, che non son nulla ma non mai serva dovunque e comunque tu sii padrona. V’è un giudice più santo di me; e hai osato invocarlo per coprire una cosa inconfessabile. Giana. Hai il colore della morte. Muori del tuo veleno. Mortella. , sono tutta di gelo. Ma so che non si può morire d’orrore, giacché sono in piedi.

Un'atea, no. Non una credente, ma nemmeno un'atea. L'ateismo è un convincimento. Ed è una forza, giacché un convincimento è sempre una forza. Ella non recava in nessuna forza, non c'era in lei che una psichica inferiorit

Allora la parola «superuomo» non era stata coniata; ma anche allora l'avrei creduta superflua, giacchè dicendo: uomo, io intendevo significare l'individuo della specie che ha raggiunto la maggiore eccellenza, che ha incarnato più largamente un certo ideale, una certa perfezione; quello soltanto, per me, era uomo; gli altri, prove e riprove sbagliate e corrotte. Non ero modesto, ma ingenuo!

L'Arte non perde affatto la sua naturale aristocrazia accostandosi ad esse; giacchè, non bisognerebbe mai dimenticarlo, l'aristocrazia dell'Arte è tutta riposta nella forma, cioè nella concezione e nello stile in una; ed è un'aristocrazia così elevata che pochi sono i fortunati capaci di raggiungerla.