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Aggiornato: 9 giugno 2025
L'avvocato era un vecchio vagheggino, musicista, poeta, e a cui l'occhiata di una donna bastava per incitarlo alle maggiori follie. Egli vide scintillare traverso il velo, assai rado, i begli occhi di Enrica: e venne subito in soccorso di lei. Faccio osservare all'onoratissimo presidente, egli disse, che la signora duchessa è in uno stato di salute molto precario.
Faccio, o non faccio? chiese egli perplesso a sè medesimo. La tentazione c'era; l'occhiata sospettosa in giro l'aveva gi
Non sapete voi che per proverbio dire si suole che «la cosa ignorata vien quasi sempre dispreggiata»? Benché in ciò di voi non me ne faccio troppo maraviglia; perciocché vi sono stati alcuni, anche essi di spirito elevato, che hanno fatto professione di intendersi di molte cose, ed in particolare di quelle che al governo del mondo si appartengono: nondimeno delle cose delle monete confessarono ed hanno detto che non dava loro l'animo di saperne ragionare, per tanta varietá che si trovava tra esse.
Mo vedimmo si mme fanno fa quacche brutta bestialitá. Lloro me mettesseno n' copp' 'o punto ca po' lle faccio abbedé io chi songo! E ba buono. Dalla finestra della mala casa una mano lancia una rosa. Chi ha menata sta rosa? Nun ce abbadate... Chi é stato? Rafe'?!... Quaccheduna... 'A llá ncoppa... E chi é? 'A saie tu? Nun ce abbadate. La porta della mala casa si apre.
Ella mi ha tanto pregato di pigliarmi il suo primogenito in bottega, che io non ho potuto dirle di no. Il sangue non è acqua! Il ragazzo è di buon'indole; sa il fatto suo, come ho detto, ed io, tenendolo qui in bottega, faccio, come suol dirsi, un viaggio e due servizi.
Quando ne parlo cogli amici, senza accorgermene, faccio anch'io, come il Mirabeau di Vittor Ugo, un colossal mouvement d'épaules, e gonfio le gote e ingrosso a grado a grado la voce a somiglianza di Tommaso Salvini nella tragedia Sansone, quando con un accento che fa fremer la platea, dice che si sente ricrescer ne' nervi il vigore.
Un po' tardi, però, troppo più tardi del solito; e la cosa è notata dalle signore, con accento di cortese rimprovero. Il mio ospite fa versi; risponde Filippo; ed io gli faccio la corte, leggendoli. Ma non tutto il santo giorno; osserva il commendator Malteini.
E non ci badi! Eh, no! Avrei fatto meglio a mettermeli in tasca e portarli a qualche povera malata; ne ho rimorso.... Porti questi altri che rimangono. Ma allora la buona azione non la faccio io. Che importa? Purchè sia fatta! È vero.... E intanto non dica più che la vita è una brutta cosa. È quello che è; secondo si prende. E inoltre c'è la consolazione del compenso che riceveremo nell'altra....
Mi è assolutamente impossibile dirvi quale accusa io faccio al conte. E non si tratta d'una accusa, ma d'un fatto; d'un fatto certo, che io so, e che non devo svelare. Incredibile! esclamò Maurizio. Esistono dunque fatti che possono essere noti a te, e non devono esser noti a noi? Ci rifiuti dunque la tua confidenza in un argomento di tanto peso e di tanta delicatezza!
E che ve faccio fa? Vuie che ce perdite? Quanto mm' 'a facite vení ccá dinto... A 'o riesto ce penzo io... Che?... Nunziá, nun dubitate, ca nun 'o saparr
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