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Aggiornato: 15 maggio 2025
Egli diceva: «meglio uccello di bosco, che uccello di gabbia». Il Comandante della Borbona era, come tutti i servitori di Re, uomo col cuore nella pancia, e bastava perciò che non l'avessero disturbato nei suoi quattro pasti diurni, e dal suo favorito caffè, due volte al giorno, perchè egli potesse passare per un buontempone.
Il socialismo in bocca di costoro non può impensierire alcuno. Dovrebbe impensierire i suoi nemici quando si ritrae dal palcoscenico dei teatri diurni per entrare nel laboratorio «a notomizzare col bisturi della scienza il carcame sociale steso sul tavolaccio della statistica e della disciplina positiva». Allora sì. Allora gli statisti dovrebbero proprio incominciare a sentire delle apprensioni. «Perchè quei miti pensatori, nutriti di cifre e di sillogismi, onesti, riservati, impeccabili sovente nella vita privata, magari un po' puritani e un po' quacqueri se se ne gratta la scorza, quei sacerdoti dell'altruismo, quei mangiatori d'hascisch dell'ideale, hanno più dinamite nella loro parola e nella scatola ch'è sotto il loro cappello, che non ne sia nelle tasche dei feniani e nelle cantine di Pietroburgo: con quest'aggravante che, di cotesta nitroglicerina spirituale, non c'è doganiere o segugio di polizia dal fiuto fine che ne possa sentire l'odore e mettervi sopra la zampa. Quando il moderno Anteo come il Colaianni definisce il socialismo che ad ogni caduta risorge più vigoroso, agguerritosi negli studi e nel raccoglimento, uscir
Siccome la maggior parte dell'uditorio non intendeva niente alle elucubrazioni dottrinarie del dottore, così le trovava sublimi. Per gl'idioti il sublime sta nell'ignoto. Egli continuava con sussiego magistrale: Il brando e il pugnale sono i soli arnesi degni degli eroi da tragedia, il veleno è cosa volgare, buono pei drammi prosaici dei teatri diurni.
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