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Aggiornato: 20 maggio 2025
¶ Per esempro di variati colori della sopra detta fiera qui di coloro che meglio tessendo colorano, a comparazione si ragiona, tra' quali d'alcuna donna delle parti di Libia, nominata Aragnia, così si conchiude, la quale, secondo le favole d'Ovidio, si anticamente sue tele maravigliosamente sanza arte tesseva che con alcuna idea di sapienza, nominata Pallas, alcuna volta a provare si produsse, con la quale finalmente cotal prova perdette, per la quale arroganza la detta idea un ragnatelo diventare la fece, dalla quale poi tutti gli altri così nominati discesoro.
I caratteri, le pitture, i ragionamenti, i maneggi, gli amori, in tal metamorfosi mirabile quanto tutte quelle d'Ovidio, non mi parvero immeritevoli della fama; e certo il maggior scapito loro deriverá dal mio infelicissimo ingegno, non atto a fargli immortali. Dieci canti di questo libro furono da me scritti sette anni or saranno, vale a dire l'anno 1761.
Sulmona d'Ovidio, Venosa d'Orazio, Aquino di Giovenale, e altre molte, ciascuna si gloria del suo, e della loro sufficienzia fanno quistione. L'esemplo di queste non t'era vergogna di seguitare; le quali non è verisimile sanza cagione essere state e vaghe e ténere di cittadini cosí fatti.
Nel quale esercizio familiarissimo divenne di Virgilio, d'Orazio, d'Ovidio, di Stazio e di ciascun altro poeta famoso; non solamente avendo caro il conoscergli, ma ancora, altamente cantando, s'ingegnò d'imitarli, come le sue opere mostrano, delle quali appresso a suo tempo favelleremo.
Vegnia Medussa si 'l farenn di smalto Dicevan tutte rimirando in giuso Mal non vegniammo in Teseo l'assalto ¶ Medussa, secondo le favole d'Ovidio fu delle parti di ponente e figliuola d'alcuno nominato Forco e serocchia di Sten e di Euriale, la quale per sua bellezza Nettuno, Iddio del mare, esendone vago, carnalmente nel tempio di Pallade, idea di sapienza, a suo piacere la tenne.
¶ Secondo alcuna favola d'Ovidio, Narcisso fu un bellissimo giovane, il quale, alcuna volta veggendo sè medesimo ispecchiandosi in una fontana, tanta vaghezza, di sua vista comprese che non partendosene finalmente quivi la morte comprese, per cui asemplative ciascuna fontana suo specchio s'appella.
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