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Aggiornato: 22 maggio 2025


Poeta fui, e cantai di quel giusto figliuol d'Anchise che venne di Troia, poi che 'l superbo Ilion fu combusto. Ma tu perche' ritorni a tanta noia? perche' non sali il dilettoso monte ch'e` principio e cagion di tutta gioia?>>. <<Or se' tu quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar si` largo fiume?>>, rispuos'io lui con vergognosa fronte.

ne' si parti` la gemma dal suo nastro, ma per la lista radial trascorse, che parve foco dietro ad alabastro. Si` pia l'ombra d'Anchise si porse, se fede merta nostra maggior musa, quando in Eliso del figlio s'accorse. <<O sanguis meus, o superinfusa gratia Dei, sicut tibi cui bis unquam celi ianua reclusa?>>.

Di retro a tutti dicean: <<Prima fue morta la gente a cui il mar s'aperse, che vedesse Iordan le rede sue. E quella che l'affanno non sofferse fino a la fine col figlio d'Anchise, se' stessa a vita sanza gloria offerse>>. Poi quando fuor da noi tanto divise quell'ombre, che veder piu` non potiersi, novo pensiero dentro a me si mise,

Il che essi con fede fecero. «Di quel giusto Figliuol d'Anchise», cioè d'Enea, del quale Virgilio nel primo dell'Eneida fa ad Ilioneo dire alla reina Dido queste parole: Rex erat Aeneas nobis, quo iustior alter nec pietate fuit, nec bello maior et armis, nelle quali testimonia Enea essere stato giustissimo.

Di retro a tutti dicean: <<Prima fue morta la gente a cui il mar s'aperse, che vedesse Iordan le rede sue. E quella che l'affanno non sofferse fino a la fine col figlio d'Anchise, se' stessa a vita sanza gloria offerse>>. Poi quando fuor da noi tanto divise quell'ombre, che veder piu` non potiersi, novo pensiero dentro a me si mise,

Pel monte che 'l Metauro o il Gauno fende, passa Apennino e più non l'ha a man ritta; passa gli Ombri e gli Etrusci, e a Roma scende; da Roma ad Ostia; e quindi si tragitta per mare alla cittade a cui commise il pietoso figliuol l'ossa d'Anchise.

ne' si parti` la gemma dal suo nastro, ma per la lista radial trascorse, che parve foco dietro ad alabastro. Si` pia l'ombra d'Anchise si porse, se fede merta nostra maggior musa, quando in Eliso del figlio s'accorse. <<O sanguis meus, o superinfusa gratia Dei, sicut tibi cui bis unquam celi ianua reclusa?>>.

Poeta fui, e cantai di quel giusto figliuol d'Anchise che venne di Troia, poi che 'l superbo Ilion fu combusto. Ma tu perche' ritorni a tanta noia? perche' non sali il dilettoso monte ch'e` principio e cagion di tutta gioia?>>. <<Or se' tu quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar si` largo fiume?>>, rispuos'io lui con vergognosa fronte.

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