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Aggiornato: 11 giugno 2025
Questa palude che ’l gran puzzo spira cigne dintorno la citt
Anche Anselmo cigne l'acciaro malgrado la sposa che dolcemente lo prega a restarsi, o a condurla seco. No, non seguire tant'ira, dolce amor mio, nè abbandonare questa misera a cui tu solo sei vita. Lascia al padre il peso di tanta guerra, e tu resta a difendere queste torri: ten prego pei primi nostri affetti, non allontanarti da me: sento che questo dì può riuscirti fatale, sento che noi non dobbiamo dividerci. Deh vorrai opporti all'amore della tua sposa la prima volta che trema sul tuo periglio? Che se tanta è in te sete di gloria e di sangue, che si chiuda il tuo cuore alle mie preghiere, consenti che io pure combatta al tuo fianco e teco divida il destino dell'armi: io mi porrò fra te e il ferro nemico, nè vi avr
Andiam, che' la via lunga ne sospigne>>. Cosi` si mise e cosi` mi fe' intrare nel primo cerchio che l'abisso cigne. Quivi, secondo che per ascoltare, non avea pianto mai che di sospiri, che l'aura etterna facevan tremare; cio` avvenia di duol sanza martiri ch'avean le turbe, ch'eran molte e grandi, d'infanti e di femmine e di viri.
Questa palude che 'l gran puzzo spira cigne dintorno la citta` dolente, u' non potemo intrare omai sanz'ira>>. E altro disse, ma non l'ho a mente; pero` che l'occhio m'avea tutto tratto ver' l'alta torre a la cima rovente, dove in un punto furon dritte ratto tre furie infernal di sangue tinte, che membra feminine avieno e atto,
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