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Aggiornato: 19 maggio 2025
Giunto al portone di casa Pompeo, situata in un lato della piazza, il prete dava mano al battente, lo lasciava cadere leggero, quindi tiravasi un po' indietro, ricercando collo sguardo la fitta tenebria, timoroso ch'alcuno non lo scorgesse mentre era intento a compiere la scena scellerata, ch'egli doveva aggiungere ai lugubri drammi della sua vita d'infamie.
41 Però che conoscendo che nessuno util traea da quel virile aspetto, non le parve anco di voler ch'alcuno biasmo di sé per questo fosse detto: féllo anco, acciò che 'l mal ch'avea da l'uno virile abito, errando, gi
Con quel contratto volto ed alto ciglio ch'alcuno mira cose strane e nove, stavami prono a contemplar quel figlio, sí di me stesso for, che men del bove, de l'asinelio men, ebbi consiglio di riconoscer lui che 'l tutto move essersi carne fatto, non per boi, non altri bruti, no, ma a servar noi. «Cognovit bos possessorem suum et asinus praesepe domini sui, Israël ante me non cognovit». ESAIAS.
32 Tosto che riconobbe Rodomonte costui de la sua donna esser messaggio, estinse ogn'ira, e serenò la fronte, e si sentì brillar dentro il coraggio. Ogn'altra cosa aspetta che gli conte, prima ch'alcuno abbia a lei fatto oltraggio. Va contra il nano, e lieto gli domanda: Ch'è de la donna nostra? ove ti manda? 33 Rispose il nano: Né più tua né mia donna dirò quella ch'è serva altrui.
52 Or tu che sei per non usata via, signor, venuto all'isola fatale, acciò ch'alcuno amante per te sia converso in pietra o in onda, o fatto tale; avrai d'Alcina scettro e signoria, e sarai lieto sopra ogni mortale: ma certo sii di giunger tosto al passo d'entrar o in fiera o in fonte o in legno o in sasso.
E non occorrerá ch'alcuno le voglia spendere tose o leggiere; conciosiaché chi le avrá a ricevere, ricordandosi che le dovrá pagare a peso di fino, non le vorrá accettare, e non gli tornerebbe conto, tanto per rispetto della nuova e real tassa delle monete giá fatte, quanto anco per li caratteri e note del valore, della lega o finezza e del peso, che saranno impresse su quelle che di nuovo si faranno, e come nel capitolo XXII. E perché ho detto di sopra che chi fará fare o rifare monete dovrá pagare le fatture; e quantunque ciò debba forse parere cosa strana a molti, non sapendo il buon fine di tal fatto, essendo che non si udí mai dire né si trovò giamai che fosse posto in uso nel tempo che regnavano i romani e sotto il loro imperio il cavare le fatture dal corpo delle monete, ch'io sappia, ma solo molti anni dopo, che, con malaintesa invenzione, s'introdusse il cosí cavarle; e parendomi ancora cosa convenevole che ciascuno sopra ciò si paghi di ragione; dico ch'avendo io molte volte considerato e con gran diligenza ricercato se si trovi al mondo cosa che sia piú generale, nelli maneggi delle mercanzie e di molti altri contratti diversamente fatti dagli uomini, di quello che sia l'oro e l'argento ridotto in monete, ed anco se vi sia cosa lavorata che venga contrattata fermamente e senza dubitazione alcuna con i valori delle fatture in essa, nel modo come si fa e si usa delli danari, ciò non ho mai potuto ritrovare.
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