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Aggiornato: 27 giugno 2025
Bisognava trovare una donna che sapesse fare un po’ di cucina con economia, ma la signora non voleva privarsi della Betta che la pettinava di buon gusto, e per salvarla dalla noia le raccontava tutti i pettegolezzi del giorno, aveva imparato a vestirla, a metterle il velo sul cappellino, lavava benissimo in un attimo i colli, i polsini, i fazzoletti preferiti, e li stirava sul momento.
Vi sono de' pezzi di musica commoventi o sublimi, ve n'ha d'insipidi; delle belle facciate di palazzi, e delle sproporzionate o barocche. Il cappellino, la cuffia, i versi, la musica, la pittura, la facciata del palazzo, il bassorilievo, ecc. ecc. ecc., hanno tutti questo di comune: che piacciono quando sono belli e perché sono belli.
Rimasero entrambi imbarazzati, poi De Nittis per rompere il ghiaccio le disse con affettata disinvoltura: Oggi avevamo stabilito di visitare il museo Borghese. A che scopo? ella rispose con voce mesta. Ma egli, che voleva dimenticare assolutamente la scena di ieri, finse di sorridere. Andate a mettervi il cappellino: avete gi
Che peccato mortale d'aver rovinata questa grazia di Dio, con tutti questi pizzi che son così belli! sembran fatti col fiato. Se avessi anche un vestito degno di lei... ma ora penso che ci abbiamo una buona coperta di lana. Gesummio, sto povero cappellino! par stato sotto i piedi della vacca.
E dunque, via... non dovrebbe più esser così... Permette che le levi io codesto cappellino?» Il Primo Attore dir
Uno di quei giorni, veduto che sua sorella usciva prima dell'ora, tutta vestita di nero e col velo di pizzo ugualmente nero in testa, scambio del solito cappellino, le domandò brevemente: Precetto pasquale? Sì, rispose Albertina, da una settimana è incominciato il tempo utile.
Nora, intanto, si era messo il cappellino, i guanti, ed era pronta per uscire. Venite! mormorò fremente di collera lo zio Matteo. Datemi il braccio! e aggiunse a mezza voce: Svergognata! Il Casalbara fece un altro passo, come per avvicinarsi: poi si fermò. Signorina Eleonora, io... e non disse più niente. Che poteva offrire? Che poteva promettere?
Il lettore può dunque argomentare come fosse gran meraviglia per tutta la gente di casa, veder giungere un dì, verso le due dopo il meriggio, la signora Perrotti, inamidata, impettita, colla piuma bianca sul cappellino, e un gran galano sotto il mento, per visitare l'inferma.
E i cappellini, a proposito, i cappellini di quell'anno!... Le piume di struzzo non si usavano più tanto; i fiori, partiti in due cascatelle e piantati tra l'ala del cappellino e la guancia, erano ancora in onore; ma i frutti accennavano gi
Lo vedo sempre, esile, grazioso, elegante, coi piedini irrequieti, calzati da due microscopiche scarpette di pelle lustra, col cappellino di paglia di Firenze, dalla tesa rialzata, dai bianchi nastri svolazzanti. E la mamma! Come se ne teneva di quella creaturina! Quando qualcuno si soffermava a guardarla, la povera donna diventava rossa come una viola e sorrideva.
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