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Aggiornato: 12 giugno 2025
Genere elegante, amoroso, facile, di proporzioni ridotte, buono per la digestione tranquilla, per l'amore licenzioso, per la casa del nobile dilettante e per quella del principe. Genere da salotto, a piccole forme, con frequenti cadenze ad ogni periodo di una determinata lunghezza.
Scatti obliqui e cadenze rotte che scuotono l'estasi generale. Ma sono bene accolti, e piovono i gorgheggi e le fughe a ventaglio di perle sonore fra un diluvio di profumi. Le ombre della notte e le forze della dolcezza lunare non sdegnano, ma avviluppano con mille carezze e moine questi corpi umani preziosi che l'affamatissima battaglia ha rosicchiato.
Quanto a me, non avevo ancora opinioni; le cadenze lente e melodiche mi eccitavano il sentimento e mi riescivano facili; ed io le cantavo di preferenza. «Un giorno il maestro entrò ch'io stavo intuonando, forse per la decima volta, un'aria della Straniera: Trovarti, rivederti Un solo istante ancora...
Ingannarlo fino a un certo punto: giacchè se non ci sono i versi, c'è la poesia; se non ci sono i piedi esatti degli endecasillabi, dei settenari, c'è però un quissimile di ritmo che non irrita l'orecchio e che anzi lo alletta con studiate cadenze di accenti, con abili avvolgimenti di periodo da tenere benissimo luogo di verso, senza la ibrida intenzione della prosa poetica.
dopo essere rimasta per qualche istante immobile, assorta nella contemplazione della foresta che le languide cadenze del vento adornano di riflessi preziosi. Dev'essere molto profonda, questa foresta, e piena di meraviglie. Non ti piacerebbe di regnare sovrano su questa foresta immensa... 3 Frusciatori, poi 1 Rombatore, poi 2 Gracidatori. e di vivere sempre così? Cantando.
Il mare canta, il fremito dell'onde Son note, son cadenze, son canzoni; E i raggi che la luna in ciel diffonde Son tremule visioni. I pescatori nelle glauche notti Del Gran Cantore ascoltano i concenti E alla spiaggia li recano, tradotti In melodici accenti.
Egli cantava tutto il giorno. Al reggimento aveva imparato certe canzoni napoletane dalle cadenze disinvolte, le quali passavano una dopo l’altra per quella gola avvezza alle raspanti parole del dialetto tedesco, senza perdere nulla della loro vispa snodatura.
Ascoltarono allora tutt'e due, guardandosi; ma sùbito echeggiò da lungi il ritmo fragoroso d'un treno; veniva crescendo, si spezzò in cadenze distinte, accompagnato da un tremulo fischio; riprese l'onda unisona, s'affievolì e si spense.
Ma le dava un'intonazione malinconica, allentava le cadenze, pareva che cantasse il Miserere; e finì la strofetta con un sospiro, poi camminò a lungo in silenzio, borbottando solo di tratto in tratto: Poveretta!
Prisma novello, col pensiero, i mille Raggi dell'universo in sè raccogliere E mutarli in cadenze e in armonie; Poi fra le genti seminar scintille, Fatali incendi suscitando intorno, Turbando il cranio alle persone pie... O illudendole un giorno! Esser pöeti è salir sovra un monte, Di notte, quando il ciel di stelle è fulgido, E, in estasi, esclamar: "Credo! V'è un Dio!"
Parola Del Giorno
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