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Aggiornato: 17 luglio 2025
<<O voi che sanz'alcuna pena siete, e non so io perche', nel mondo gramo>>, diss'elli a noi, <<guardate e attendete a la miseria del maestro Adamo: io ebbi vivo assai di quel ch'i' volli, e ora, lasso!, un gocciol d'acqua bramo. Li ruscelletti che d'i verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno, faccendo i lor canali freddi e molli,
Il fatto di tale spettacolo dato in Arno, che fu a onore del cardinal Niccolò da Prato, e d’invenzione di quel cervello balzano di Buffalmacco pittore, e la triste rovina che vi sopravvenne, tutto, pur troppo, era vero! Ma dovea riguardarsi come tant’altre pubbliche calamit
e per trovare a conversione acerba troppo la gente e per non stare indarno, redissi al frutto de l'italica erba, nel crudo sasso intra Tevero e Arno da Cristo prese l'ultimo sigillo, che le sue membra due anni portarno. Quando a colui ch'a tanto ben sortillo piacque di trarlo suso a la mercede ch'el merito` nel suo farsi pusillo,
«O voi che sanz’ alcuna pena siete, e non so io perché, nel mondo gramo», diss’ elli a noi, «guardate e attendete a la miseria del maestro Adamo; io ebbi, vivo, assai di quel ch’i’ volli, e ora, lasso!, un gocciol d’acqua bramo. Li ruscelletti che d’i verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno, faccendo i lor canali freddi e molli,
Ma non solo Arno oggi vi loda e canta, ma dove ancora l'inesperto auriga cadde, di voi terr
ecco a le rive tue novo splendore che l'aer d'ogni intorno rasserena: di colei, che cantando in dolce vena a le nove sorelle aggiunge onore. Onde il vecchio Arno ormai d'invidia pieno lascia l'usato corso e a te rivolto, quivi perde le chiare e lucid'onde; godi, or che vedi entro il tuo ricco seno la imagin bella del leggiadro volto: e Tullia odi sonar ambe le sponde. Dello stesso
Vista ha 'l gran Po, veduta ha 'l chiaro Tebro, vede 'l bel Arno, a cui sovente parlo quel che mi detta l'amoroso tarlo cantar la donna, ch'io sempre celebro; ma se colui seguiano e sassi e sterpi, questa ogni alma più dura e più silvestra trae dal grave suo incarco, e al ciel la scorge. Beata voce, che dal cor mi sterpi ogni vil cura, onde per te s'addestra l'alma a salir ove per sè non sorge.
«O voi che sanz’ alcuna pena siete, e non so io perché, nel mondo gramo», diss’ elli a noi, «guardate e attendete a la miseria del maestro Adamo; io ebbi, vivo, assai di quel ch’i’ volli, e ora, lasso!, un gocciol d’acqua bramo. Li ruscelletti che d’i verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno, faccendo i lor canali freddi e molli,
Parola Del Giorno
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