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L'altra si è, perché, qualunque siasi la bontá loro, queste picciole monete di bassa lega sono quasi da' principi confinanti bandite e rifiutate, non solo perché forse non contengono il valore per cui si spendono, ma perché gli altri principi anch'essi vogliono godere lo stesso vantaggio nello Stato loro di battere il viglione, o sia moneta minuta, per uso delle loro plebi con loro profitto, e perciò proibiscono il viglione forestiere: onde, o buono o cattivo che sia il viglione, i contratti de' suoi sudditi con gli estranei non si pareggiano per lo piú con altra moneta che con quella d'oro e d'argento.

Quivi fatte copiose, cominciano quei mercanti particolarmente, che vendono a minuto, a non ricevere quasi mai altro che viglione: e, perché vien loro bisogno di monete d'oro e d'argento per mandar fuori e ne trovano scarsezza, perché gli estranei nel rimandare quelle monete basse hanno, sebben con pagar qualche agio, asportato via le monete migliori, perché tanti piú ricchi, veduto il disordine dell'abbondanza del viglione, a bello studio fanno caristia degli ori ed argenti per cavarne profitto; onde chi ne ha bisogno loro a baratto maggior quantitá di viglione, e quindi nasce alzamento delle monete migliori.

E perciò, quando il principe sa che non vi sia gran guadagno a falsare il suo viglione, può star sicuro dalla loro iniquitá e godersi quel moderato utile, che da limitata quantitá di quello gli può provenire; in ciò ha meno aggravio di coscienza, mentre al suo suddito non ne nasce dentro a questi temperamenti detrimento veruno.

La regina Elisabetta d'Inghilterra volle una volta levare il viglione a' suoi popoli, riducendo il commercio in monete d'oro ed argento; ma il suo popolo si rissentí cosí fieramente dell'incomodo, non avendo monete di quel minimo valore di che aveva bisogno, che, a forza di popolari commozioni, fu necessitata a rimetterlo .

Perciò ha sempre prodotto ottimi effetti e nessun danno la moneta bassa di Bologna, che, sebbene tutta di rame, è però grossa e pesante, onde non ci trovano buon conto i falsari a lavorarne; e la sua grossezza fa che, quando ella fosse ancor accettata in Romagna ed altri luoghi, non è però se non scarsamente e solo per accidente asportata fuori: onde poca somma battuta serve lungo tempo agli usi del popolo; e se non admettessero per abuso talora viglione forestiero, che ha qualche somiglianza col loro, mai non succederebbe disordine alcuno per questa parte.

Resta dunque manifesto, tanto da' precedenti che dal presente capitolo, che sulle monete d'oro e d'argento, come quelle che nell'universal commercio corrono da uno Stato o da un regno nell'altro, non può il principe partire da quelle proporzioni che sono universalmente usate dagli altri ancora, e che nel viglione o monete basse non può egli eccedere la quantitá di cui ha bisogno lo Stato suo per gli usi minuti; ma dentro a questa misura può d'un onesto guadagno provecchiarsi, senza danno de' sudditi.

Che se avessero li francesi spinto in Catalogna dello stesso viglione che correva in Francia, ove non poteva esser rifiutato, e' sarebbesi riempito il regno di quella moneta bassa, con altrettanto suo pregiudizio quanto ne ha fatto alla Catalogna stessa.