United States or Bhutan ? Vote for the TOP Country of the Week !


Straordinaria fortezza e perseveranza di re Pietro; assedio di Girona. Morìa nel campo francese. Pietro ripiglia le offese. Fazioni di mare. Loria con l'armata siciliana riporta segnalata vittoria su i Francesi. Ritirata di re Filippo, e sua morte. Carlo lo Zoppo mandato prigione in Catalogna. Morte di Pietro. 1282-1285.

Il suo ingresso nella nobile capitale della Catalogna fu paragonato al trionfo che solevano concedere gli antichi Romani ai loro consoli vittoriosi. Andavano primi gli Indiani dipinti d’ocra a vari colori, secondo la foggia del loro paese, adorni di armille alle braccia, di piastrelle e di cerchietti d’oro alle nari. Dopo di questi, che camminavano portando i loro archi, le loro frecce e le loro zagaglie, venivano i marinai, portatori dei pappagalli vivi, dalle molte variet

I catalani non vogliono esser messi a mazzo cogli Spagnuoli delle altre provincie; siamo Spagnuoli, dicono, ma, intendiamoci, di Catalogna; gente, vale a dire, che lavora e che pensa, e all'orecchio della quale è più gradito il rumore degl'ingegni meccanici che il suono delle chitarre. Noi non invidiamo all'Andalusia la fama romanzesca, le lodi dei poeti, e le illustrazioni dei pittori; noi ci contentiamo di essere il popolo più serio e più operoso della Spagna. Parlano in fatti dei loro fratelli del mezzogiorno, come i piemontesi parlavano una volta, ora meno, dei napoletani e dei toscani: «, hanno ingegno, immaginazione, parlan bene, divertono; ma noi abbiamo per contrapposto maggior vigore di volont

IV, docum. 6, allo art. 40, si legge: «La qual pace noi Pietro per la grazia di Dio re d'Aragona e di Sicilia sopraddetto, accordiamo pel regno di Sicilia, per noi e per la nobile regina nostra moglie e per l'infante Giacomo nostro figlio, che dev'essere erede dopo di noi nel detto regno, dai quali la faremo fermare e accordare; e pe' regni nostri d'Aragona, di Valenza e di Catalogna, per noi e per l'infante don Alonzo nostro primogenito, erede dopo di noi ne' detti regni, ec

Vittorie di Pietro in Calabria. Vien la reina Costanza co' figli in Sicilia. Principi di scontento tra i baroni siciliani e il re. Parlamento in Messina; ove Giacomo è chiamato alla successione, e ordinato il governo. Movimenti repressi da Alaimo. Gualtier da Caltagirone. Partenza di Pietro per Catalogna. Ottobre 1282 a maggio 1283.

Neanco le persone colte, in Catalogna, parlano perfettamente la lingua nazionale; il castigliano riconosce il catalano alla prima, oltre che alla pronunzia, alla voce, e sopratutto alla illegittima frase scarsa.

A buon conto, Juana avrebbe súbito riprese le vesti femminili; e per ogni buon fine, a cavallo quel medesimo giorno, verso la Sierra di Guadarrama, sulla via di Catalogna, studiando anche i passi più brevi. Poteva essere una caccia; ed egli, tra ed i segugi reali, voleva mettere almeno ventiquattr'ore di spazio. Pensate, aveva detto il re, mi porterete poi il frutto delle vostre meditazioni.

Vittoria dell'armata siciliana su la provenzale, nel porto di Malta, il 8 giugno 1283, e conseguenze di essa. Pratiche del papa a sturbare il duello. Andata di re Pietro in Catalogna e a Bordeaux: esito della scena del duello. Umori dei popoli del regno di Napoli. I nostri occupano alcune terre in val di Crati. Preparamenti di una nuova impresa sopra la Sicilia.

In questo tempo la regina Costanza, chiamata da Pietro, fin quando pattuivasi il duello perchè restasse al governo in Sicilia, era venuta di Catalogna in Palermo co' minori figliuoli suoi, Giacomo, Federigo, e Iolanda ; seco recando cortigiano o consigliero quel Giovanni di Procida, che sulle memorie degne di maggior fede or la prima volta appar venuto in Sicilia, più se ne facea menzione dopo quegli antichi disegni tra esso, Loria, ed il re . Vedendo dunque la figlia di Manfredi, e i giovanetti principi di vago e nobil sembiante, la moltitudine esultava e plaudiva; soddisfatta alsì dalle novit

Or via, un abbraccio... non piangete così... voi non conoscete s'egli sia l'estremo. Dio solo lo saPoi si sciolse dagli amplessi loro, parlando a Giovanni di Procida: «Abbilo fermo, a Manfredonia; finchè giunganti galere di Catalogna, o di Grecia, per minaccia, per prego....»