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La moneta di cui fa parola la presente terminazione, d'onde pare che siasi anche per lo innanzi battuta pe' Veronesi, è un pezzo di puro rame o di ottone, abbastanza facile a rinvenirsi, che reca il nome dell'allora regnante doge Agostino Barbarigo, o del costui successore Leonardo Loredan; moneta però che finora nessun numografo seppe spettare a Padova.

L'indisciplina degli Schiavoni era d'altronde grande, documentata perfino dalle attestazioni del generale Salimbeni. Essa poteva prorompere ogni momento ad eccessi e costituire il focolare dei mal repressi spiriti di malcontento che serpeggiavano tra le popolazioni veronesi, taglieggiate, angariate, violentate nelle persone e negli averi.

Così uscirono gli Schiavoni da Verona. Vi dovevano però ritornare quasi un anno appresso, nel crepuscolo sanguinoso delle Pasque Veronesi, per tingere di rosso quella scena drammatica con cui la Serenissima doveva chiudere il suo lungo e glorioso dominio in terraferma .

Poi, negletto il Regno, dove al primo e gran re Ruggeri era succeduto suo figliuolo Guglielmo detto «il cattivo» , licenziò in Ancona il suo esercito feodale, e sfuggendo le insidie de' veronesi, per il Tirolo risalí a Germania. Avea prese le due corone, avea fatta sentir qua e crudelmente ma non rinvigorita la potenza regio-imperiale, ed avea schivata la cittá nemica principale, Milano.

Ma quel vincolo fatto di antiche schiavitù terriere era diventato insopportabile ai terrazzani veronesi della decadenza della Repubblica, che ripetutamente ed acerbamente se ne dolevano, offrendosi perfino di pagare la prescrìtta decima in denaro sonante.

Certo, sotto questi riflessi, Buonaparte divinava in qualche misura l'esplosione cittadina delle Pasque Veronesi. Anche le esigenze militari imponevano urgentemente ai Francesi di premunirsi da tale minaccia.

Le due terminazioni 19 settembre 1404 e 29 settembre 1405, di cui ho riportato frammenti quando testé feci parola delle monete di Vicenza, ricordano pure le veronesi.

Nel 1493, ducante Agostino Barbarigo, domandavano i Veronesi alla Repubblica nuovo stampo di piccole monete per la loro citt

Cosa ci hanno a fare gli Scaligeri ed i Veronesi con noi? Noi si vuole il biscione, e Sant'Ambrogio» gridavano zelanti patrioti. E Viva il biscione, Viva Sant'Ambrogio» ripetevano molti altri: il qual grido dai fautori del principe veniva interpretato per un'espressione di popolare consentimento all'atto che si stava per eseguire.