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T'inganni, Dario! T'inganni! Io sono una povera donna che non può opporre profonde ragioni alle tue; ma nel mio cuore materno c'è qualcosa che vale, mi sembra, quanto codeste ragioni. Siedi qui; non sdegnare di ascoltarmi. Io ti riguardo come superiore a me, sebbene mio figlio. Sei uomo, sai tante cose che io non intenderei anche se mi applicassi a studiarle come te; non per questo mi sembra atto di vanit

Ora, se ciascuna delle discipline sopra enumerate, e le possibili affini, volete chiamarle scienze, padroni, è questione di nomi. Se volete battezzare scienza filologica il loro complesso, accomodatevi. Se volete formulare le minute regole dei metodi applicati a studiarle, nessuno si oppone.

Dieci anni dopo venivano introdotte in Palermo per opera di G. A. De Cosmi, ch’era andato a studiarle a Napoli presso i Celestini di Germania, le scuole normali. Le prime tre ebbero posto ai Crociferi, al Palazzo reale ed alla parrocchia di S. Antonio. Dicevasi la nuova istituzione di non esser proprio la tedesca; il De Cosmi avervi apportate tali modificazioni da mutarne lo stampo originale, anzi averne senz’altro snaturato lo scopo, ch’era quello di dirozzare ed istruire il popolo. Malgrado queste ed altrettanti dicerie, le scuole vennero prese d’assalto. Nei soli Crociferi si contarono fino a cento e più alunni. Quaranta frati siciliani, che col De Cosmi erano andati ad istruirsi nel nuovo metodo a Napoli, furono tutti collocati nell’Isola, paghi del modico loro salario: e De Cosmi ne tenne la Direzione generale in Palermo, così come la Deputazione superiore teneva quella dell’insegnamento alto: due direzioni indipendenti l’una dall’altra, dipendenti solo dal Governo⁴³⁰. Il solito leggere, scrivere, far di conto e l’indispensabile catechismo ne era la base. Il latino, ritenuto allora indispensabile a qualunque studente, e che per una assurdit

Converrebbe averle sott'occhio, e studiarle oggi a mente riposata, per giudicarle imparzialmente. Ma pare che la promessa edizione sia rimasta in sospeso per mancanza di fondi, come avvenne del monumento pel quale era aperta nel 1860 una soscrizione in un giornale repubblicano di gran nome.

Bisognava, io opino, studiarle da questo lato prima di giungere alla conchiusione non esattamente scientifica che vorrebbe essere il resultato delle dugentotrenta pagine.