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(spiccando le sillabe) «Ho sentito ripeto d'impazzire anch'io». Mi esprimo con esattezza storica, egregio collega. Mi è accaduto precisamente di avvertire i prodromi di uno squilibrio cerebrale. Se ne meraviglia molto?... Ci asterremo, per altro, dall'asserire che sia un caso originalissimo. Parecchi squilibrî cerebrali, latenti o flagranti, contristano la famiglia dei psichiatri, e non è mai da escludere la possibilit

Adunque, per quanto è lecito argomentare dalle cose osservate, il clima di Marte nel suo generale complesso dovrebbe rassomigliare a quello delle giornate serene nelle alte montagne. Di giorno un'insolazione fortissima, quasi punto mitigata da nuvole o da vapori; di notte una copiosa irradiazione del suolo verso lo spazio celeste, e quindi un grande raffreddamento. Da ciò un clima eccessivo e grandi sbalzi di temperatura dal giorno alla notte e da una stagione all'altra. E come sulla Terra ad altezze di 5000 e 6000 metri i vapori dell'atmosfera più non si condensano che sotto forma solida, formando quelle masse biancastre di diacciuoli sospesi, che si chiamano cirri; così nell'atmosfera di Marte saranno raramente possibili (od anche non saranno possibili) vere agglomerazioni di nuvole capaci di dar luogo a piogge di qualche momento. Lo squilibrio di temperatura fra una stagione ed un'altra sar

Che cos'era avvenuto? Esplorare i segreti di un'anima è cosa difficile assai, e meglio varrebbe inventare di sana pianta. Ma le invenzioni non giovano che a patto di essere verisimili. Voi per esempio avrete sentito dire le mille volte che spesso avvenga di esser tristi senza ragione. Ma è proprio vero, questo? E non è a vederci piuttosto un effetto della nostra ignoranza, per difetto d'indagini? In quei momenti di tristezza, chi ben cerchi, c'è sempre il fatto d'uno squilibrio morale tra ciò che siamo e ciò che vorremmo e dovremmo essere. Sia luogo o genere di vita, o sentimento più intimo, se ciò che noi siamo per necessit

Il suo squilibrio si faceva più grande, come il tempo passava. La solitudine di quelle tristi giornate di autunno, in quella bruttissima casa vuota, l'aggirarsi sempre in quelle stanze deserte e sonore, il non uscir mai, il fuggire ogni contatto umano, creavano a Paolo Herz un ambiente strano, ma pur confacente alla sua allucinazione sentimentale.

Piuttosto alta e slanciata, la sua persona più vigorosa che ricca sentiva ancor molto lo squilibrio di uno sviluppo affrettato, che i ventidue anni cominciavano appena ora a frenare e a consolidare.