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che l'arte vostra quella, quanto pote, segue, come 'l maestro fa 'l discente; si` che vostr'arte a Dio quasi e` nepote. Da queste due, se tu ti rechi a mente lo Genesi` dal principio, convene prender sua vita e avanzar la gente; e perche' l'usuriere altra via tene, per se' natura e per la sua seguace dispregia, poi ch'in altro pon la spene.

«Spene», diss’ io, «è uno attender certo de la gloria futura, il qual produce grazia divina e precedente merto. Da molte stelle mi vien questa luce; ma quei la distillò nel mio cor pria che fu sommo cantor del sommo duce. ‘Sperino in te’, ne la sua tëodia dice, ‘color che sanno il nome tuo’: e chi nol sa, s’elli ha la fede mia?

che, veduto il ver di questa corte, la spene, che l

Guardo` allora, e con libero piglio rispuose: <<Andiamo in la`, ch'ei vegnon piano; e tu ferma la spene, dolce figlio>>. Ancora era quel popol di lontano, i' dico dopo i nostri mille passi, quanto un buon gittator trarria con mano, quando si strinser tutti ai duri massi de l'alta ripa, e stetter fermi e stretti com'a guardar, chi va dubbiando, stassi.

che l'arte vostra quella, quanto pote, segue, come 'l maestro fa 'l discente; si` che vostr'arte a Dio quasi e` nepote. Da queste due, se tu ti rechi a mente lo Genesi` dal principio, convene prender sua vita e avanzar la gente; e perche' l'usuriere altra via tene, per se' natura e per la sua seguace dispregia, poi ch'in altro pon la spene.

quai fossi attraversati o quai catene trovasti, per che del passare innanzi dovessiti cosi` spogliar la spene? E quali agevolezze o quali avanzi ne la fronte de li altri si mostraro, per che dovessi lor passeggiare anzi?>>. Dopo la tratta d'un sospiro amaro, a pena ebbi la voce che rispuose, e le labbra a fatica la formaro.

A me tu dato hai queste fiamme ardenti, Con cui desìo de' petti amici il bene, E con cui studïando i tuoi portenti Traggo esultanza, e di capirti ho spene: Così caldo sentir più non diventi Esca giammai di vanit

<<Spene>>, diss'io, <<e` uno attender certo de la gloria futura, il qual produce grazia divina e precedente merto. Da molte stelle mi vien questa luce; ma quei la distillo` nel mio cor pria che fu sommo cantor del sommo duce. 'Sperino in te', ne la sua teodia dice, 'color che sanno il nome tuo': e chi nol sa, s'elli ha la fede mia?

Ma poi che ’l gratular si fu assolto, tacito coram me ciascun s’affisse, ignito che vincëa ’l mio volto. Ridendo allora Bëatrice disse: «Inclita vita per cui la larghezza de la nostra basilica si scrisse, fa risonar la spene in questa altezza: tu sai, che tante fiate la figuri, quante Iesù ai tre più carezza».

si` che, veduto il ver di questa corte, la spene, che la` giu` bene innamora, in te e in altrui di cio` conforte, di' quel ch'ell'e`, di' come se ne 'nfiora la mente tua, e di` onde a te venne>>. Cosi` segui` 'l secondo lume ancora.