United States or Romania ? Vote for the TOP Country of the Week !


Presso uno di questi frammenti trovai questo scritto medioevale, coi caratteri del tempo dei Cosmati, e anche coi nomi e le parole usate dai Cosmati stessi nelle loro iscrizioni: VGO. HOC. F. OPVS. ARNVLFVS. EP. PLEBI. DI. ciò che non mancò di meravigliarmi molto. Ancor oggi sul tabernacolo di S. Paolo a Roma si legge: Hoc opus fecit Arnolfus cum socio suo Petro.

DON FLAMINIO. Or veramente le cose non sono com'elle sono, ma come l'estima chi le possiede. DON IGNAZIO. Che volete dir per questo? DON FLAMINIO. Che non è tanta l'onestá e il suo merito quanto voi dite. DON IGNAZIO. Dite cose da non credere. DON FLAMINIO. Ma piene di veritá. Ma dove nasce in voi tanta meraviglia? DON IGNAZIO. Anzi io non posso tanto meravigliarmi che basti.

Ma rimaneva ancora da fare un po' di strada in omnibus; m'arrampicai sul tetto del primo che vidi, mi lasciai condurre fino al termine della corsa e poi tornai al punto di dov'era partito. Strada facendo, ebbi più volte occasione di meravigliarmi della famigliarissima disinvoltura colla quale uno qualunque dei miei vicini, per passare da una parte all'altra dei sedili, si serviva della mia spalla come punto d'appoggio, facendomi per un momento sentire il peso di tutta la sua persona, e dandomi poi nell'atto di levare la mano una scossa vigorosa, come un ginnastico che butta via l'asta dopo aver saltato la corda. Il primo che mi rese questo servizio, siccome mi colse all'improvviso, mi fece rimanere mezzo stroncato. Come di ragione, mi voltai, almeno per avere il compenso d'un sorriso che volesse dire: Scusi. Che! M'aveva voltate le spalle senza darsi l'incomodo di guardare quant'ero lungo. Visto che s'usava così, presi le mie precauzioni, e ogni volta che vidi un vicino stender la mano, gli porsi la spalla, dicendo: Si serva ; e così tenendo duro fin che si fosse servito, restai un po' meno sconquassato. Ma fui poi compensato, su quello stesso omnibus, dal piacere che provai persuadendomi che si può benissimo fare una piacevole conversazione senza capirsi. Un giovanotto accanto a me, che pareva molto allegro, mi rivolse la parola in inglese. Io risposi in francese: non capisco. Egli non capì che non capivo, e tirò innanzi ridendo. Feci cenno col capo di no, di no, che non s'incomodasse, che era fiato perduto. Il caso volle forse che quel no cadesse a proposito a una domanda che m'aveva fatta, e continuò più infervorato che mai. Allora, poichè parlava con tanto piacere, finsi di capire, facendo dei mezzi sorrisi e dei cenni indeterminati, che non potessero discordare recisamente da nessuna cosa che mi dicesse. Poi, cominciando ad annoiarmi di far quella parte, pensai che s'egli mi parlava una lingua che io non capivo, io potevo bene parlargli una lingua che non capisse lui; e mi misi a discorrere in italiano. Era buio pesto; nondimeno rise, mi battè la mano sul ginocchio, stette a sentire con un'aria di curiosit