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Da quest'odio ingiustificabile contro tutto ciò che ha relazione coi Fasci e che si traduce talora, come a Mazzara, in danno economico dei lavoratori, ne derivò anche la persecuzione contro le cooperative di Consumo.

Così a Mazzara del Vallo gli agenti della questura dopo un mese dallo scioglimento volontario del Fascio vanno a perquisire le case dei socî, che in seguito ad indicazione del Consiglio direttivo, erano in possesso dei mobili del disciolto sodalizio e li sequestrano indebitamente e, più disonestamente, prima li adibiscono ad uso della polizia, del municipio e dei soldati, e poscia li vendono all'asta e si arbitrano distribuirne l'irrisoria somma ricavatane, non ai loro legittimi proprietarî, i socî del Fascio, ma ai poveri del paese.

Quando l’alto Magistrato stava per entrare officialmente in una chiesa, festevole era lo scampanio; quand’era alla vista di un baluardo, spari assordanti d’artiglieria lo salutavano, anche perchè il Pretore era Capitan d’armi o di guerra del Val di Mazzara.

Crispi si continuò nella pericolosa condotta di mandare piccolissimi distaccamenti ad imporsi ad interi comuni tumultuanti e che se ne ebbero gli stessi disastrosi risultati ottenuti sotto l'onorevole Giolitti; mentre per altro verso ciò che successe a Castelvetrano, a Mazzara del Vallo, a Monreale, ecc., dimostra, che, quando si volle e si seppe, si poterono evitare gli eccidî.

La storie del Val di Mazzara, come di tutta la Sicilia, chè la Sicilia tutta fu vittima della epidemia della Capitale, è piena di nobili slanci di abnegazione. Nella sola Cefalù il vescovo Francesco Vanni fece miracoli di beneficenza.

Se l'arresto dell'on. De Felice, di Bosco, di Montalto, ecc., ha richiamato l'attenzione pubblica perchè riguardava individui conosciuti in Sicilia e fuori, vi sono stati gli arresti in massa di contadini e di lavoratori ignoti, le cui conseguenze economiche e morali non sono calcolabili e che rappresentano perciò un atto di scelleratezza raffinata. Talvolta si circondò da un reggimento o da un battaglione un povero paese e si procedette ad arresti di più centinaia d'individui! Con quali criterî, dietro quali indicazioni? È questo un mistero per lo più; e quando i moventi sono noti, sono talmente laidi che destano ribrezzo. In tale forma poco prima e poco dopo che si proclamasse lo stato di assedio si procedette agli arresti in massa a Valguarnera, a Gibellina, a Lercara, a Mazzara, a Castelvetrano, a Pietraperzia, a Santa Caterina e spesso si arrestarono i disgraziati feriti e per la rabbia di non poter arrestare i morti, tal'altra si condussero in prigione i loro congiunti; e si può altamente disapprovare come inumano e sopratutto impolitico questo sistema degli arresti in massa, nei paesi nei quali avvennero gravi disordini, ma almeno lo si spiega, quando della libert