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Con quest'altra spina nel cuore, il povero Aloise divenne più inquieto, più uggioso che mai. La credenza intanto s'era spopolata delle dame, e il Montalto ricondusse fuori la marchesa Maddalena. Si stava per cominciare la mazurka, che ella aveva promessa al piccolo Riario. Ma il nostro vagheggino non si vedeva, e la mazurka cominciò senza ch'egli fosse venuto a cercare d'ella signora.

La conseguenza inaspettata del ridicolo episodio fu questa, che Aloise si profferse alla marchesa Torralba per ballare con lei la mazurka in vece del piccolo Riario, e che la signora Maddalena accettò.

Ella inoltre con quel fine accorgimento che è della donna, notava che il suo malinconico cavaliere, ogni qual volta i giri del ballo lo riconducessero presso Ginevra, si faceva rosso in viso, e il cuore gli dava le battute doppie. Come a Dio piacque e all'orchestra, la mazurka ebbe fine.

Con questi cominciamenti, pensate voi che allegra mazurka! Aloise era sdegnato con medesimo per quelle sue sconsiderate parole, e non ardiva aggiungerne altre. Alla marchesa Maddalena poi, quella scoperta era cosiffattamente feconda di molesti pensieri, ch'ella non aveva tempo a dir nulla.

Ogni cosa le girava ora d'intorno, come presa dalla vertigine che era in lei, il terreno le mancava sotto i piedi al ritmo cullante di quella mazurka di Chopin... e con accento di supplica, mentre il viso di Ermanno quasi la sfiorava, ella mormorò: «Basta!.. basta!..»

Nessun occhialino: sarebbe stato ridicolo a tre metri di distanza. Il maestro di orchestra, un disgraziato pagato ad un franco e cinquanta per sera, squadernava sul piccolo leggio la vetusta mazurka, volgendo una occhiata pietosa agli otto professori suoi colleghi, che si godevano una paga giornaliera variabile da settantacinque centesimi ad un franco.

Gino fu presentato alle dame. Egli ballò una contraddanza colla vedova, per convenienza, poi una mazurka e un waltzer con quell'altra, per.... per il gusto che ci trovava. Al cotillon, il cuore, la felicit

Dalla via saliva il suono di un organetto che mandava nell'aria le note di una mazurka. Nella stanza soffiava la morte. Ella aprì gli occhi. Perchè hai spento il lume, Pietro? Dio! non vede più il lume! mi muore, dunque, pensò lui.

Perchè non le ho chiesto altro che quella malaugurata mazurka. Vorresti forse che fossi andato a chiederne un'altra?

Marchesa, le disse egli, accostandosi, con quella scioltezza che gli venne fatta maggiore, rammentate di essermi debitrice d'una mazurka? La marchesa Ginevra sorrise, ed alzandosi per andargli a fianco, rispose: Signor di Montalto, io non dimentico mai i miei debiti. La frase parve un po' asciutta ad Aloise, e noi non sapremmo dargli torto.