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Non vogliamo donne! gridarono ad una voce i padri Agapito, Costanzo e Ilarione. Il priore sorrise di quel terzetto all'unissono. Continuate; diss'egli. Ho quasi finito; ripigliò il padre Restituto. Non vogliamo donne e frattanto ne abbiamo una in convento. E quel che è peggio, non in forma di visitatrice, che potrebbe ancora tollerarsi per un giorno, ma in forma di tentatrice.

Mentre egli poneva il suo dilemma, i frati incominciavano la loro discussione. Padre Restituto, disse il priore, voi avete fatto una proposta.... Non io solo; interruppe il padre Restituto; l'hanno fatta con me il padre Agapito, il padre Costanzo, il padre Ilarione.

Non so. Come? Non sapete! È strano. Perchè? Non so nulla, e per una semplice ragione. Non ho chiesto nulla e non mi si è dovuto rispondere. Ah, questa, poi, è grossa! esclamò il padre Ilarione. Siete stato tre ore a confessare il monachino, e non gli avete domandato nulla? Vorreste dubitare della mia parola? chiese il padre Anacleto. Mettete che io sia stato uno sciocco, e sarete nel vero.

Siate umano, fratello Prospero! Stiamo a vedere che sarò un barbaro, se vorrò togliermi da questa condizione curiosa! Curiosa fin che volete. Ma sono veramente i punti curiosi che piacciono nella vita, come piacciono in teatro. Dite bene, in teatro. Ci siamo, in teatro. E ci siamo venuti in maschera. Vedete, padre Ilarione?

Eh, potrebbe darsi appunto che parlasse al biondo novizio di quella tal rivelazione che gli è stata fatta quest'oggi. Il fratello Marcellino ha ragione; entrò a dire il padre Agapito, che era stato silenzioso fino allora. Scommetto che il priore ne fa una delle sue. Che cosa? gridarono ad una voce il padre Restituto, il padre Costanzo e il padre Ilarione.

Ma ; ieri il signor Mario Novelli, e il signor Pellegrino della Rosa; cioè a dire padre Agapito e padre Ilarione. Stamane, poi, il signor Ariodante Soresi e il signor Nello Altoviti; che sono, se non mi confondo fra tanti nomi, i padri Restituto e Bonaventura.

45 Avea mirato da l'estrema cima d'un rilevato sasso l'eremita Angelica, che giunta alla parte ima è dello scoglio, afflitta e sbigottita. Era sei giorni egli venuto prima; ch'un demonio il portò per via non trita: e venne a lei fingendo divozione quanta avesse mai Paulo o Ilarione.

Io, , io! E che vi credevate? che fossi di pietra? Sono, è vero, il più tranquillo di tutti noi, non escluso il padre Tranquillo, che ha messo i ferri in batteria. Ma ci ho un cuore, ci ho un cuore.... come voi, Restituto, come voi, Agapito, come voi, Ilarione, Bonaventura ed Anselmo, che siete tutti innamorati. Negatelo, , fate la bella figura di Pietro nel pretorio di Gerusalemme! Peccato che non ci sia un gallo, per cantarci tre volte! Ma la farò io, la parte del gallo evangelico. Voi, Agapito, ieri mattina, mentre il sottoprefetto di Castelnuovo tratteneva il priore a colloquio, eravate fuggito alle Querci, sulle orme dei novizi; e non gi

A cui partecipavano tutti; entrò a dire il padre Agapito. Del resto, soggiunse egli speditamente, per non lasciarsi sopraffare da nessuno, e appunto perchè si era parlato di conversioni, avreste pure potuto aspettare un giorno e un'ora. Non bruciava mica il convento! esclamò il padre Ilarione.

L'undecimo comandamento! esclamò il priore. Anche voi? Che undecimo? che comandamento? Sicuro! Starai nel consorzio de' tuoi simili; vivrai della loro medesima vita; amerai e soffrirai con essi; perchè non ti è dato sottrarti alle legge comune. Questo è l'undecimo comandamento; mi è stato rivelato: disse il padre Anacleto. Sul Sinai? chiese il padre Ilarione.