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«E tudisse, «tu sei un mostro. Piangi, grida e ti dispera, che l'angoscia tua non è la millesima parte di quella io vorrei che tu provassi. Ma i lamenti e le lagrime de' miei figli innocenti, che per te patiranno inedia e fame, ricadranno sul capo tuo, e tu vivrai, te lo predico, disperato per sempre

Ma senza scandali, senza codice, senza tribunali; se non puoi viver meco, vivrai sola, pensaci stanotte...» E via... al Caffè od al Circolo. Tutto dunque sta per finire; domattina quando egli verr

«O Valenziacontinuava il Fossano, stringendola a , «che io non possa avere mai più bene vivo morto, se per mia maledetta sorte potessi mancare alla formata promessa che ti do in questo punto.» E qui, alzando la fede con modi concitati e con un'esaltazione di spirito straordinaria: «Per l'avvenire tu non vivrai più sola, io sarò sempre con te, noi vivremo all'amore, nella pace di quest'isola solitaria, lontani dal mondo dove non si raccoglie che pentimento e dolore. Le nostre anime non saranno mai più offuscate dai torbidi sospetti, e in quanto a me non vorrò pensare ad altro che ad accrescere la tua felicit

Non capisci che rifuggo dal condurti nella casa dov'ella dorme...? Di che cosa siamo colpevoli, Emilia? rispose Cesare. Quando vivrai dunque per te, senza spettri? Manchi di fede a qualcuno? Sono io legato a qualcuno? Siamo liberi; ci amiamo.... Perchè devi arrossire? E camminando per il chiosco, seguitò concitato: È dunque vero che hai rinunziato a vivere!

Cuore materno, cuore crocifisso, cuor benedetto, cuore sanguinante, cuore pregante a l’orlo d’un abisso, non più per te, non più per te vivrai; ma pel figlio, pel figlio in mille forme di perdono e d’amor rinascerai. Ave. A Giovanni Cade la neve a falde larghe e piane da ore e ore, senza mutamento. Non una voce, non un fil di vento, non echi a le casupole montane.

« Mia Fulvia; mia amante; mia sposa; susurrava Gualfardo stringendomi le mani. Dimmi che vivrai, che vivrai per amarmi; per esser mia; per non lasciarmi mai più. « Ma tu, Welfard, potrai tu perdonarmi il mio torto, potrai tu amarmi ancora?

«Parla la lingua della gran Patria tua» ha scritto Ruggero Bonghi. «Non senti come attraverso questa si sprigiona e si manifesta ogni idea della tua mente, ogni moto del tuo cuore? Nessuna lingua è più bella della tua. Nella tua lingua si rispecchia la storia della patria. Di secolo in secolo le generazioni, che hanno preceduto la tua, vi hanno deposto il loro animo e ve lo hanno trasmesso. Quando tu la parli nella purezza sua, tu vivrai non solo con patrioti che vivono, ma ancora con quelli altresì che hanno vissuto prima di te, e niente di forestiero ti penetrer

L'undecimo comandamento! esclamò il priore. Anche voi? Che undecimo? che comandamento? Sicuro! Starai nel consorzio de' tuoi simili; vivrai della loro medesima vita; amerai e soffrirai con essi; perchè non ti è dato sottrarti alle legge comune. Questo è l'undecimo comandamento; mi è stato rivelato: disse il padre Anacleto. Sul Sinai? chiese il padre Ilarione.

Non so se lo esprimo bene; ma voi mi correggerete, mettendolo in bella forma, e lo farete incidere nelle tavole della legge. Starai nel consorzio de' tuoi simili; vivrai della loro medesima vita; amerai e soffrirai con essi, perchè non ti è dato sottrarti alla legge comune.

Forse tu sola, o Musica, Astrazion dell'idea. Vivrai, dell'arti l'ultima E più perfetta Dea! L'altre morran!... Le statue (Simulacri pallenti Delle belt