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Nel pronunciare questo avverbio, il frate mago, sollevato il braccio destro, appuntò l'indice al cielo con imperioso gesto che le mille teste della muta e commossa moltitudine macchinalmente si alzarono e parea invocassero la discesa dello eterno spirito. Trascorso qualche minuto secondo, il frate ripigliò: Or bene; nel fondo dell'anfiteatro di Pozzuoli, san Gennaro, alla vigilia del martirio, chiamato a l'unico figliuolo, gli disse: «Va, fuggi, affidati a una barca e remiga verso la Liguria; l

Un rumore improvviso da una parte dell'anfiteatro copre la voce dell'oratore. ....Io piglio la parola in un momento solenne.... Un tale accanto al pulpito lo interrompe; l'oratore si volta bruscamente: In nome di chi parla lei? In nome del deputato Checchetelli? Segue un diverbio, il Montecchi si intromette, l'oratore ricomincia a parlare. Forte! Forte! grida la folla.

I clienti si guardavano in faccia e ripigliavano a ridere, dicendo dentro di che in fondo quel materialista implacabile valeva meglio di certi spiritualisti che fanno complice la rettorica delle loro imprese galanti. Il dottor Agenore non era dunque un cattivo soggetto; tale non lo avevano voluto il sangue, la balia, la complessione, a dispetto dell'anfiteatro anatomico.

Una volta andarono al Colosseo; era un chiarore plenilunare bianchissimo, con un freddo vivido d'ottobre; ella era tutt'avvolta in un mantello col cappuccio. Si sedette, Clara, sovra uno scalino dell'anfiteatro; Giovanni, si sedette più giù, vicino a lei, toccandole le ginocchia con la testa. Il grandioso circo era tutto molle e candido, sotto il raggio lunare.

Bruto e Catone sulla terrazza pigliavano tabacco sorridendo. Sono essi? disse Catone nel vedere i due legati a non molta distanza. , sono essi: possiamo dirci fortunati; scena così bella chi sa se vedremo più mai? Io credo che Nerone e Caligola dall'alto dell'anfiteatro non abbian veduto così strano spettacolo. Allora erano le tigri che si slanciavano sopra i condannati, adesso la plebe.

All'apparire dell'Albani, si riscosse, alzò gli occhi, ma non ardì sostenere il lampo di uno sguardo che pareva sfidarlo. I quattro compartimenti dell'anfiteatro superiore frattanto si inondavano di una folla di curiosi, avida di emozioni.

Quando, quasi fosse un seguito della meteora, s'udì una voce di disperazione risonare nel vestibolo dell'anfiteatro e poco dopo una giovine scarmigliata, fuori di , grondante acqua dalle vesti, si precipitava in mezzo ai congiurati. Silvio fu il primo che la riconobbe, e: "Povera Camilla!" sclamò il coraggioso cacciatore di cignali.