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Tucti s'accordano in uno medesimo suono: a servire il proximo per gloria e loda del nome mio, e servire l'anima con buone e sancte e virtuose operazioni, obbedienti a l'anima a rispondere come organi. Piacevoli sonno a me, piacevoli a la natura angelica, e piacevoli a' veri gustatori, che gli aspectano con grande gaudio e allegrezza dove participará il bene l'uno de l'altro, e piacevoli al mondo.

La quale visione è a loro acrescimento di pena, come a' giusti la dannazione de' dannati è acrescimento d'exultazione della mia bontá, perché meglio si cognosce la luce per la tenebre, e la tenebre per la luce. che lo' sará pena la visione de' beati e con pena aspectano l'ultimo del giudicio, perché se ne vegono seguitare acrescimento di pena.

Non che possano adoperare alcuno bene, ma godonsi quel che essi hanno portato, cioè che non possono fare veruno acto meritorio per lo quale essi possano meritare. Però che solo in questa vita si merita e pecca, secondo che piace a la propria volontá col libero arbitrio. Costoro none aspectano con timore il divino giudicio, ma con allegrezza.

Ma perché costoro erano imperfecti, strinsero la misericordia mia, ponendo maggiore la misericordia mia che le colpe loro. Gl'iniqui peccatori fanno el contrario, vedendo con la disperazione el luogo loro, e con l'odio l'abracciano, come decto t'ho. che non aspectano d'essere giudicati l'uno l'altro; ma partonsi di questa vita, e riceve ogniuno el luogo suo, come decto t'ho.

Alora commectono ingiustizia, perché non rendono a me quello che è mio ed a loro quello che è loro: a me debbono rendere amore e amaritudine con la contrizione del cuore, e offerirla dinanzi a me per l'offesa che m'hanno facta; ed egli fanno el contrario, ché dánno a loro amore compassionevole di loro medesimi e dolore della pena che per la colpa loro aspectano.

Dico che ricevono l'arra, ma none il pagamento perché aspectano di riceverlo in me, vita durabile, dove ha vita senza morte, e sazietá senza fastidio, e fame senza pena; perché di lunga è la pena da la fame, però che essi hanno quel che desiderano, e di longa è il fastidio dalla sazietá, perché Io lo' so' cibo di vita senza alcuno difecto.

come fa l'uomo, che, poi che ha sanato lo stomaco e tractone fuore gli umori, dirizza l'appetito a prendere il cibo; cosí questi cotali aspectano pure che la mano del libero arbitrio con l'amore del cibo delle virtú gli apparecchi, ché doppo l'apparecchiare aspecta di mangiare.