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Il pastor che lo vede così oppresso da sua tristizia, e che voria levarla, l'istoria nota a , che dicea spesso di quei duo amanti a chi volea ascoltarla, ch'a molti dilettevole fu a udire, gl'incominciò senza rispetto a dire: 119 come esso a prieghi d'Angelica bella portato avea Medoro alla sua villa, ch'era ferito gravemente; e ch'ella curò la piaga, e in pochi guarilla: ma che nel cor d'una maggior di quella lei ferì Amor; e di poca scintilla l'accese tanto e cocente fuoco, che n'ardea tutta, e non trovava loco: 120 e sanza aver rispetto ch'ella fusse figlia del maggior re ch'abbia il Levante, da troppo amor costretta si condusse a farsi moglie d'un povero fante.

Raynald, Ann. ecc., 1283, breve del 25 novembre, a §. 46. Saba Malaspina, cont., pag. 403. Montaner, cap. 84. Da quaranta a venti tarì la salma, dice il Malaspina. D'Esclot, cap. 119. Saba Malaspina, cont., pag. 403, 404. Il primo dice dell'occupazione di quelle quattro terre; il Malaspina della sola Scalea.

119 Presso alla porta ove Grifon venìa, siede a sinistra un splendido castello, che, più che forte e ch'a guerre atto sia, di ricche stanze è accommodato e bello. I re, i signori, i primi di Soria con alte donne in un gentil drappello celebravano quivi in loggia amena la real sontuosa e lieta cena.

Ibid., a fog. 119 a t., leggesi un altro diploma del 6 maggio duodecima Ind. a favor di Giovanni di Marra figliuolo di Angelo, ch'era stato appiccato, suis culpis exigentibus; cioè i mali consigli dati al governo per iscorticare i sudditi. Diploma dato di Napoli a 25 maggio duodecima Ind. , reg. 1283, A, nel r. archivio di Napoli, fog. 136.

118 Fa questi voti a Dio, debiti a lui; a lui le chiese edifica e gli altari. Così parlando, andavano ambidui verso il castello fra i baron preclari. Il re commanda ai servitori sui che subito il convito si prepari, sperando che non debba essergli tolta la vivanda di mano a questa volta. 119 Dentro una ricca sala immantinente apparecchiossi il convito solenne.

Dalle parole del d'Esclot, cap. 119, che dice come in primavera dell'84 il principe di Salerno si apprestava a passare in Sicilia, con volentat de alguns homens traydors qui eren en Cecilia. Costoro dovean certo continuare col padre le pratiche tenute col figlio pochi mesi innanzi.

119 Non poté, ancor che Zerbin fosse irato, tener, vedendo quella vecchia, il riso; che gli parea dal giovenile ornato troppo diverso il brutto antiquo viso; ed a Marfisa, che le venìa a lato, disse: Guerrier, tu sei pien d'ogni aviso, che damigella di tal sorte guidi, che non temi trovar chi te la invidi.

Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1291, A, fog. 4, a t. Questa narrazione è ritratta da' seguenti contemporanei, che portanla con poco divario tra loro: Bart. de Neocastro, cap. 76, 77. Nic. Speciale, lib. 1. cap. 27. Saba Malaspina, cont., pag. 404 a 408. D'Esclot, cap. 119 a 127. Diario anonimo, nella Raccolta di cronache del regno di Napoli, da' tipi del Perger, tom. I, pag. 109.

119 Rodomonte a Ruggier dietro si spinge: vinto è Frontin, s'un'altra gli n'appicca; ma Ricciardetto con Vivian si stringe, e tra Ruggiero e 'l Saracin si ficca. L'uno urta Rodomonte e lo rispinge, e da Ruggier per forza lo dispicca; l'altro la spada sua, che fu Viviano, pone a Ruggier, gi

119 Credo che t'abbia la Natura e Dio produtto, o scelerato sesso, al mondo per una soma, per un grave fio de l'uom, che senza te saria giocondo: come ha produtto anco il serpente rio e il lupo e l'orso, e fa l'aer fecondo e di mosche e di vespe e di tafani, e loglio e avena fa nascer tra i grani.