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Aggiornato: 23 maggio 2025
Trent'anni sono trascorsi da quando Gregorovius scrisse la storia del Tevere ed un altro capitolo sarebbe da aggiungere: le belle sponde, tra le quali scorreva libero ed indomito il Pater Tiberinus sono scomparse e solo a ricordarle ci restano gli acquerelli del Roesler Franz; hanno preso il loro posto i muraglioni ed i lungo-tevere tanto paventati dal Gregorovius che sono quasi compiuti ed il simulacro di Garibaldi, che ne fu il propugnatore indefesso, sta a contemplarli dall'alto del Gianicolo.
Il benemerito bibliotecario dell'Alessandrina di Roma, Enrico Narducci, ebbe la felice idea di riunire in un catalogo tutti gli scritti sull'argomento, così pubblicò il suo Saggio di Bibliografia del Tevere. La biblioteca dell'antico Pater Tiberinus non conta oggi meno di 412 numeri di scritti di ogni specie e natura; di epigrafia, storia, geografia, archeologia, tecnica, epigrammatica, poesia, e via dicendo, ed anche di bolle e editti papali; e in essa si ha uno specchio delle facolt
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