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Aggiornato: 18 maggio 2025
Poi comincio`: <<Tu vuo' ch'io rinovelli disperato dolor che 'l cor mi preme gia` pur pensando, pria ch'io ne favelli. Ma se le mie parole esser dien seme che frutti infamia al traditor ch'i' rodo, parlar e lagrimar vedrai insieme. Io non so chi tu se' ne' per che modo venuto se' qua giu`; ma fiorentino mi sembri veramente quand'io t'odo.
Poi comincio`: <<Tu vuo' ch'io rinovelli disperato dolor che 'l cor mi preme gia` pur pensando, pria ch'io ne favelli. Ma se le mie parole esser dien seme che frutti infamia al traditor ch'i' rodo, parlar e lagrimar vedrai insieme. Io non so chi tu se' ne' per che modo venuto se' qua giu`; ma fiorentino mi sembri veramente quand'io t'odo.
I più m'amavan per sè stessi, e vidi Taluni rinnegarmi, e perfid'eco Far contra me di vil calunnia a' gridi. Ed io, folle, piangea! Ma quand'io meco Sentìa il celeste amico mio verace, L'angosciato mio core effondea seco, Ed ei benigno v'istillava pace! Angiol mio, dove sei? Mai dal mio fianco Non ti partir, che s'appo me non t'odo, Tu sai quanto al ben far divenga io stanco.
SINESIO. Che cosa t'odo io dire? ARREOTIMO. Il fatto va tutto al contrario di quel che pensate: ché Cintio non ha tolto l'onore a Lidia, ma Erasto l'ha tolto a mia figliuola, l'ha impregnata ed è quasi vicina al parto. SINESIO. Che figlia aveste voi mai? voi mi burlate. ARREOTIMO. Ho una figlia femina, e non vi burlo. SINESIO. Di grazia, disvelatemi il negozio ché lo capisca.
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