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Aggiornato: 15 maggio 2025
E vi faccio grazia dei Fleurs du mal, di quello spirito irrequieto e profondo che fu uno dei più grandi poeti di Francia, ho nominato Baudelaire; ma non posso tacere di un'imputazione che ha colpito lo Swinburne, il quale quando pubblicò il suo Poemi e ballate, si trovò di fronte un vostro collega inglese che incriminò sopratutto l'Ode ad Anactolia, per chi nol sapesse l'amica e amante di Saffo, il più turpe amore che si possa immaginare, perchè non è diretto, secondo la Bibbia, alla fecondazione.
Ah, se lo Swinburne diceva: «a me ripugna immaginare certe cose che essi hanno saputo scoprire nei miei versi», io temo che Marinetti possa fare eguale discorso. E potrebbe anche lui aggiungere: «evidentemente, io non sono virtuoso abbastanza sì che io possa intenderli, e ringrazio il cielo di non esserlo. La mia corruzione arrossirebbe del loro pudore».
Arte classica ancora! Orbene, lo Swinburne è stato anche condannato; ma ciò non gli ha impedito di essere salutato dalla pudica Albione come uno dei suoi più grandi poeti. «Alla pubblicazione dei Poemi e ballate, osserva il Chiarini, scoppiò in Inghilterra a sudden thunder from the serene heavens of public virtue.
Nei Poemi e ballate Swinburne è artista, niente altro che artista e, come tale, non sa intendere che cosa abbiano a che fare con l'arte le idee di morale sanzionate dalla societ
«Io prevengo diceva Swinburne io prevengo le madri di famiglia che quello che ho scritto non è per le loro piccole bambine. I miei versi sono di un uomo giovane. Pubblicare un libro non vuol dire cacciarlo per forza nelle mani di ogni madre, di ogni balia del Regno Unito, come il cibo più conveniente e necessario alle bambine.
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