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Aggiornato: 29 giugno 2025
Lo recate seco voi?... no, no, Polo, piuttosto affidatelo a me... ne avrò la massima cura... Davvero? oh non m'ero ingannato! Dunque, figliuolo? Speravo appunto che avreste accettato questo ufficio. Ma non basta, maestro... Suvvia, Polo... Desidero che... gli eventi della guerra sono infiniti, potrei non tornare... Che dite mai, Polo? perchè queste malinconie?
Padre mio... non saprei... Come? tuonò il signor Amedeo. Non sapete. Cioè... volevo dire... non mi bastava l'animo... Vi è pure bastato per farli! Suvvia, meno chiacchiere; di che si tratta? di sei mila lire? Di più; mormorò tra i singhiozzi Ariberti. Dieci? Di più. Ah, padre mio, ve ne supplico; uccidetemi colle vostre mani, ma non mi fate morir di vergogna.
Tutto fatto a dovere. Ah finalmente! esclamò il Collini, traendo un sospiro di contentezza. E come l'ha presa l'avvocato fiscale? Che avvocato? che fiscale? strillò il Salati, ghignando. Credevo ci foste andato subito; disse l'altro. No, no; e neanche m'è bisognato andare in cerca del Marsigli. Ma che cosa avete fatto? Suvvia, parlate, non mi tenete sulla corda! gridò impazientito il Collini.
Suvvia, Roberta, disse, perchè continui a piangere?... Perchè hai paura di tutto, come una bambina? Bisogna essere meno deboli, più ragionevoli.... Non ti è mai venuto il dubbio d'essere ingiusta, con me? E tuttavia lo sei, lo sei troppo.... Io non ho fatto nulla di bene perchè conto poco sul tuo animo.... Ti ho dato solo dei consigli: ti ho pregato di condurre una vita più attiva, di non rimaner l'intero giorno nella tua camera, di non leggere fino a indebolirti; ti ho pregato di tante cose semplici, che pure ti avrebbero giovato.... Ma tu sorridi, quando parlo io; la mia buona volont
Al Bello ci volle di molto per liberarsi dalle strette di Michele; e certo, se non era il ricordo di tutte le cose che gli aveva cavate di bocca e la speranza di cavargliene ancora, quello squassaforche avrebbe perduto la pazienza e avrebbe mandato il suo Pilade a quel paese. Andate, suvvia, andate, e soprattutto badate a non dar del naso per le scale. Tenetevi al muro! Oh, non dubitate.
Questo signore è amico mio, soggiunse il duca, e tu lo avrai come un altro me stesso. Suvvia, di' due parole in italiano. Sindi far
Suvvia, Mirrina, figlia di Venere, o sorella, o nipote, che certamente qualcosa le sei, facciamoci a parlar chiaro. Che è questa ascosaglia della porticina? s'inganna il Console qui? Oh, non c'è niente di male, sai? Non far giudizii temerarii! Ma ecco le padrone; odo la lor voce; va via; il tuo lavoro è finito. Mi dirai tutto? Sì, tutto, ma vattene. Un altro di quegli schiaffi!...
Uditelo come ragiona, e come difende abilmente la propria causa. Mio buono, mio caro Leonardo, te ne prego. Questa sera con Marietta.... Con nessuna, ti dico. Suvvia, contentami, non farmi penare. Non voglio saperne, m'intendi? Le mie preghiere sono inutili? Or bene, io anderò da me solo dove mi piace. Fuggirò di casa nascostamente. No, non commetterai questa imprudenza.
Guardatemi bene in viso, se potete! soggiunse Maria. Troppo presto vi siete provato a negare. Stamane c'è qualcosa. Stamane? Oh no! che vuole Ella ci abbia ad essere stamane? Di mattina fa un bel dormire per molti, e chi dorme non piglia pesci. Suvvia, Michele, non istate a celiare sulle parole. Oggi c'è qualcosa di grave, e Lorenzo ci ha mano. Non mi dite di no; io so tutto.
Il soave accento della signora venne ad interrompere quel lungo silenzio. Suvvia, che cos'ha? che cosa ho detto io di male? Oh, gli è doloroso, signora, ciò che Ella dice, e più doloroso ancora ciò che fa pensare altrui. Perchè dispregia la vita? La vita è triste, ma è santa del pari, come tutte le tristi cose.
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