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Aggiornato: 26 giugno 2025


Si decise quindi di accettare l'amichevole offerta degli ottimi signori Steele, affrettando però il giorno della nozze quanto fosse possibile. Io non conoscevo la legislazione prussiana sul matrimonio degli stranieri, non sapevo affatto quali pratiche fossero necessarie, di quali documenti avrei avuto bisogno. Neppure il signor Steele, cui ne parlammo subito, lo sapeva.

Era egli dunque sfuggito a Steele? Ed era poi salito nel treno o no?

Parlando con gli Steele del nostro viaggio di nozze, ella disse che le rincresceva di lasciar la Germania senz'aver veduta Colonia. Steele propose subito una gita a Colonia. La proposta mi spiacque, poichè tutto m'era indifferente tranne Violet, e mi pesava di perdere, foss'anche per due giorni, le ore deliziose che passavo da solo con lei.

La signora Steele mi diede il benvenuto molto cordialmente, mi strinse forte la mano e mi presentò ad alcune altre ombre femminine e mascoline, pronunciando il mio nome con una sicurezza che mi fece piacere come se vi sentissi un poco dell'amore di Violet che doveva avermi nominato a lei ben di sovente.

Un mese fa disse allora ridendo il signor Steele, che mostrava non più di quarant'anni non mi sarei certo immaginato d'avere così presto una figlia fidanzata. Si entrò così nell'argomento.

Era in piedi, non mostrava di aver male alcuno e parlava, voltandomi le spalle, con un giovane signore a me sconosciuto. Vi era pure la signora Steele che, quando mi vide, mi venne incontro per trattenermi come aveva fatto suo marito. Violet parlava con veemenza a quel signore che l'ascoltava a quattro passi da lei, col cappello in mano, colla fronte alta e corrucciata.

Invece si frenò, fece in silenzio un inchino esagerato, pieno d'ironia, e partì a gran passi agitando il cappello che teneva in mano. Violet mi trasse dalla parte opposta stringendomi il braccio forte forte. Gli Steele, imbarazzati, si fecero in disparte, ci lasciarono soli.

Ma Violet ricomparve prima che il racconto fosse incominciato, e il signor Steele rise molto della sua fretta. La signora ci propose di uscire nel giardino, cui lei e suo marito desideravano, dopo la lunga assenza, dare un'occhiata. Presto mi trovai solo con Violet ed ella si lasciò cadere sopra un sedile rustico, pallida, con una espressione cupa negli occhi. Mi spaventai.

Conoscevo la signora Steele per una donna intelligente e savia; piegai il capo sotto il doloroso peso delle sue cagioni segrete. Mezz'ora dopo Violet mi fece chiamare. La trovai affranta, ma in piedi e ferma di partire; e avendo arrischiata una parola per dissuaderla, n'ebbi in risposta che desiderava considerarsi gi

A proposito, quei poveri Steele! esclamai per cambiar discorso. Li lasciamo un po' troppo soli, mi pare. Ci alzammo dal nostro posto di prora e li raggiungemmo alla poppa.

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