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Aggiornato: 11 maggio 2025
Allora i parenti cedettero perchè non siamo più ai tempi dei Capuleti e Montechi; essendo soppressi i conventi, Giulietta non trova più il frate Lorenzo che le somministri il sonnifero, e i buoni genitori volendo vedere l'unica figlia felice, lasciano che sposi il suo Romeo, anche se questi non è che un povero maestro rurale.
Ma non lá solamente la vanno spolverando que' pochi cervelli acuti che non aspirano alla fama di messer lo Sonnifero. In Italia qualunque libro non triviale esca in pubblico incontra bensí qua e lá qualche drappelletto minuto di scrutinapensieri, che pure non lo spaventano mai con brutto viso, perché genti di lor natura savie e discrete.
Quando udì poi ch'egli aveva potuto con tanta fortuna deludere la vigilanza della Republica, e, dato un sonnifero a bere alla figlia, far credere a tutti ch'ella fosse morta per poi trafugarla ad agio suo, «Qui c'è il dito di Dio,» disse più volte il frate. «Egli non volle permettere che la fanciulla dovesse andar sposa al figlio dell'empio Bernabò. Egli volle aiutare il tuo paterno disegno.»
Qualche volta, a sera, un montanaro rincasava col braccio e colla gamba fasciati alla meglio, la moglie impasticciava con erbe la ferita, faceva rapprendere il sangue con polvere da schioppo o tabacco trito, l’uomo stava per dei giorni al buio, nella tana umida, sotto il soffio sonnifero delle vacche, masticando cicche e bestemmie e in paese lo dicevano sceso a qualche fiera del Piemonte e tutti conoscevano l’accaduto e nessuno fiatava.
Per solito, quando scoccavano le dieci al pendolo dell'anticamera, il signor Commendatore avea finito, o stava per finire, il suo pasto intellettuale; e in questo caso, studiava il passo, si fermava un po' meno in Russia, o in Baviera, o in Costantinopoli, o al Cairo, e volgeva a grandi giornate verso le beate regioni dove fiorisce spontanea la carota recentissima e dove s'adagia la firma del gerente all'ombra d'un telegramma apocrifo. Intanto, dimandava il suo tè, altro sonnifero schietto. La signora Zita si alzava allora dal suo seggiolone, su cui stava biascicando una terza parte di rosario, tanto per mettersi un po' di bene alla cassa di risparmio de' cieli; andava pel bricco dell'acqua calda in cucina; la versava nel vaso d'argento, su d'un pugnello di foglie della preziosa pianta cinese, e, portato il vassoio con tutti gli annessi e connessi, lo deponeva sul tavolino, mentre il padrone aveva gi
Volete che venga a leggervi l'Ortolano dirozzato? No, no, mi rispose ridendo, quello dovete leggerlo voi solo, come eccitante al lavoro dei campi... come calmante di certe passioni.... E come sonnifero, io soggiunsi, più potente dell'oppio! Quanto ne avete letto finora? Cinque pagine. Cinque pagine in più d'un anno!... Che volete!... non mi entra nel cervello. Avete dunque la testa dura?
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