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Sarebbe stata una gran fortuna per Giuliano se egli avesse potuto trarre a sè, invece del ciarlatanesco ed orgoglioso Massimo e del pedante e ripulsivo Prisco, l’amabile Crisanzio, il più equilibrato, il più dolce, il più sensato degli allievi di Edesio. Non è a dire che l’indirizzo filosofico di Crisanzio fosse buono e commendevole. Basterebbe a provare che non lo era la sua devozione per Massimo e pei riti teurgici. Nell’esordio della sua educazione filosofica, Crisanzio si era gittato con passione alla dottrina di Platone e di Aristotele, e vi era diventato così forte da non temere competitori, e da riuscire vittorioso in qualsiasi discussione. Ma poi, per l’influenza di Massimo, egli si sentì attratto dalle dottrine pitagoriche e da quei riti teurgici e divinatori che costituivano la religione neoplatonica, e, in breve, vi divenne tanto abile da potersi dire ch’egli vedeva il futuro meglio del presente, quasi fosse in continua relazione con gli dei²⁰¹. Qui, anzi, nacque un dissenso fra lui e Massimo, perchè questi, nel suo orgoglio, pretendeva che la divinazione del futuro si piegasse alla sua volont
Si sarebbe detto che da quel giovine emanasse un fluido ripulsivo, una virtù misteriosa atta ad allontanare da lui tutto ciò che lo circondava.
Parola Del Giorno
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