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Aggiornato: 20 maggio 2025
Il principe era venuto all'Hôtel du Rhin per parlare a suo fratello. Avendo scorto alla porta la carrozza di sua moglie, erasi fermato ed aveva aspettato. Ma, aspettando, aveva cangiato avviso. E' non volle più discendere, non volle veder più suo fratello. E' disse dunque ad Ivan: Dal dottore di Nubo. La distanza della piazza Vendôme alla via di Lille non è lunga.
Di più in più attonita, spaventata, Maud raccolse la lettera e lesse, a suo turno, ad alta voce: Parigi, Hôtel du Rhin, 3 novembre. «Fratello, «Io non sono morto. Gli è a ricominciare. Io amo sempre Maud. La lettera cadde dalle mani di lei. Maud fuggì gridando, in inglese: Once again! once again! ancora una volta!
Non voleva però attirar sul fratello l'imputazione terribile di questo accanimento ad ucciderlo. Tutto gli era riescito a voglia. Ed ora, eccolo ad aspettare all'Hôtel du Rhin l'ultimo motto del suo destino. Era pronto ancora una volta a lasciarsi uccidere... Il suo cameriere entrò ed annunciò: La signora principessa Maud di Lavandall.
Il conte Alessandro non era restato a Parigi che tre giorni e non aveva messo il piede fuori dall'Hôtel du Rhin. Ma il Corsaire lo aveva snidato.
Il cocchiere del principe raccontò l'itinerario e dettagliò le stazioni. Un lampo traversò lo spirito di Maud, udendo che suo marito l'aveva attesa alla porta dell'Hôtel du Rhin; ch'era poi ito dal dottore; e che Ivan aveva portato una lettera al conte Alessandro. Ella fu lì lì per alzarsi e recarsi da suo marito. La timidezza, la paura, il rispetto di sè, la modestia la ritennero.
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