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Il sole alzavasi allora sull'orizzonte, illuminando vivamente i minareti, sui quali strillavano i muezzin o medin, invitando i fedeli all'es-sobh o preghiera del mattino.

Sul molo e per le viuzze del villaggio, Negri, Arabi e Turchi, andavano e venivano rumorosamente, gli uni affacendati a scaricare cammelli e asini, altri a condurre mandrie di buoi tigrati e di cammelle ai pozzi, e altri ancora a tirar a secco le barche o a disarmarle. Per ogni dove si udivano monotone canzoni accompagnate dal suono del tamburello, che gli echi delle foreste ripercotevano: un salmodiare di versetti dell'Alcorano, un muggito di animali, uno sbattere di remi, un chiamarsi, un salutarsi e al disopra di tutti quei rumori la voce nasale del muezzin che dall'alto dell'esile minareto, colla faccia rivolta verso la Mecca, gridava: La All

Se constata che la voce di un muezzin è violetta, non ne sono urtata: mi ci adatto, quando mi trovo davanti al quadro dei Cani del Sole. Mafarka che combatte accanto a suo fratello Magamal l'arrabbiato è una pagina favolosamente impressionante. Il festino dei mostri del mare e l'orgia che segue sono capitoli meravigliosi.

Vedi!... Lassù, sulla cresta di quella duna, dove il sole sta per scomparire, c'è un formicolio di forme nere e vermiglie, che bolle come un mosto. Battono, battono sul loro infernale tamburo! Che vili! Vorrebbero adunare altre tribù. Non si sentono sufficientemente numerosi. Certo, i muezzin predicano contro di te dall'alto dei minareti! assorto.

La preghiera del muezzin era appena terminata, quando una barca partita dalla riva opposta, venne ad arenarsi dinanzi al Machmudiech. Un ufficiale egiziano che era a prua, scambiate alcune parole coi battellieri e gettati loro alcuni par