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Aggiornato: 2 giugno 2025
Oh, ben saggio colui che 'l suo dal mio voler avrá diverso ne' prim'anni di nostra sí dubbiosa etade, ch'io volendo scorsi ne' miei stessi danni, travolto in vie sí alpestri dal desio, ch'anco ne porto il viso rotto e' panni, fin che mia sorte, poi che assonto in alto m'ebbe, giú basso far mi fece un salto!
E mostra ancora in queste poche parole precedenti l'ardente sua affezione verso l'autore, acciò per quello faccia ancora piú pronto Virgilio al soccorso dell'autore. «Poscia che m'ebbe», cioè Beatrice, «ragionato questo», che detto t'ho, «Gli occhi lucenti lagrimosi volse», per avventura verso il cielo, dove è qui da intendere che, detta la sua intenzione a Virgilio, si ritornò.
Sì che lo cognosciamo. Quando mi visitò, «Oh che hai fatto, Topo? mi disse, è un affaraccio.» È una graffiatura, gli risposi, son cascato sopra l'uncino della stanga (capite, i fatti miei non li volli dire a quel cerusico). E dopo che m'ebbe medicato, «Bada di non ber vino, mi disse.» Diavolo! risposi, poco no certo, e me ne andai all'osteria dei Tre Mori a bere un par di fiaschi di verdèa, che è vino da donne. Grazie a Dio, la mattina non mi ricordavo più di niente e andai a portare le balle di baccal
Al mondo non fur mai persone ratte a far lor pro o a fuggir lor danno, com'io, dopo cotai parole fatte, venni qua giu` del mio beato scanno, fidandomi del tuo parlare onesto, ch'onora te e quei ch'udito l'hanno". Poscia che m'ebbe ragionato questo, li occhi lucenti lagrimando volse; per che mi fece del venir piu` presto;
Parola Del Giorno
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