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Aggiornato: 19 giugno 2025


Il palazzo municipale si è salvato dalla rovina medioevale, ed è qui, con la casa Gigli, il principale monumento del passato. La casa Gigli, un piccolo fabbricato che appartiene certamente al secolo XIV, mi ha ricordato le case di Palermo: essa è quadrata, con un tetto piatto ed un portico.

Io per me il mio partito l'ho preso, diceva un altro; stanotte prima che battano otto ore in castello, mi porrò in via fuori di porta romana, e domani avrò la borgognata in testa e i gigli di Francia in petto. Tant'e tanto uno di questi , dopo essermi guardato attorno ben bene, trovando uno spiraglio, avevo gi

Veniva, forse dalla collina d’Orlando, il profumo dei limoni, così possente e così dolce e così sottilmente instigatore. Forse dai giardini di Scalia originavano i profumi delle rose, i profumi zuccherini che davano all’aria il sapore d’un’essenza aromale. Montavano forse dal padùle della Farnia le fragranze umide dei gigli fiorentini, che respirate deliziavano come un sorso d’acqua.

Avevano molte altre zecche contrafatto totalmente il conio di Francia, per non incontrare, con la differenza, difficoltá nello spenderli in Turchia; ma la zecca di Firenze volle batterle col vero impronto e nome del suo principe, solo intanto rassomigliando a quelle di Francia, in quanto da un lato avevano le francesi la testa del suo re coronata di corona francese, e queste la testa del granduca coronata della corona di Toscana; quelle dall'altro lato lo scudo di Francia con tre gigli, e queste un simile scudetto con la palla superiore di quelle de' Medici ornata di tre gigli; e le lettere intorno palesavano sinceramente il nome del principe.

In una sala a pian terreno, che dava sul giardino, passeggiava a lunghi passi il maggiore, e ritta presso la porta del cortile stava la guardia. Era il maggiore un tal Frazitto di Marsala, uno dei pochi isolani che tenessero alti posti nell'esercito del re di Napoli. Più birro che soldato, il Frazitto ubbidiva ciecamente ai comandi dei capi, e servo dei gigli aveva rinnegata la bandiera nazionale non per odio ma per vilt

57 Mercurio al fabbro poi la rete invola; che Cloride pigliar con essa vuole, Cloride bella che per l'aria vola dietro all'Aurora, all'apparir del sole, e dal raccolto lembo de la stola gigli spargendo va, rose e viole. Mercurio tanto questa ninfa attese, che con la rete in aria un la prese.

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