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Aggiornato: 19 maggio 2025
I loro occhi sono fissi in volto alla Direttrice, donna di molto sapere, di rigidi costumi e che ama le sue allieve d'amore materno; ed allorquando questa di propria mano, spalancando il cancello con dolce gesto le invita a ricrearsi, in allora la gioia prorompe, a sbalzi, quale gentili gazzelle, si disperdono pei verdeggianti prati. E tutte corrono, ridono, folleggiano.
E' il cannone, che mi guida.... Ed io volo sui torvi scoscendimenti d'un paesaggio scarnito e scavato dagli aratri tonanti della bora!... I miei baffi folleggiano al raddoppiar del vento soffiato dalla mia elica liberante. Ma qual presentimento, qual brusca intuizione rilancia verso la riva il mio desiderio?... Il massacro dei sottomarini.
Vedo venirmi incontro una turba di piccole onde vezzose dalle braccia fiorite, dai grandi occhi pazzi, che mi sorridono e folleggiano tendendomi le guance!... Vedo correre a me una turba di piccole onde vezzose che scoppian dalle risa colle lagrime agli occhi sotto il tuo bacio, allegro Sole, sotto il tuo bacio d'oro che ratto svanisce... ed ecco piangono celando gli occhi fra le braccia ignude, quando tu destramente fra le nubi t'ascondi!
Il Circo è pieno zeppo ed offre uno spettacolo del quale è impossibile, a chi non l'abbia visto, di formarsi un'immagine; è un mare di teste, di cappelli, di ventagli, di mani che s'agitano in aria; dalla parte dell'ombra, dove sono i signori, tutto nero; dalla parte del sole, dov'è il basso popolo, mille colori vivissimi di vestiti, di ombrellini, di ventagli di carta, un'immensa mascherata; non c'è più posto per un bambino; la folla è compatta come una falange, nessuno può uscire, si stenta a muovere le braccia. E non è un brulichío, uno strepito come negli altri teatri; è diverso; è un'agitazione, una vita affatto propria del Circo; tutti gridano, si chiamano, si salutano, con un'allegrezza frenetica; i bambini e le donne strillano, gli uomini più gravi folleggiano come giovinetti; i giovani, a gruppi di venti, di trenta insieme, vociando in cadenza, e battendo le canne sulle gradinate, annunziano al rappresentante del Municipio che è l'ora; nei palchi è un ribollimento da piccionaja di teatro diurno; al gridío assordante della folla si mescono gli urli d'un centinaio di rivenditori che gettano aranci da tutte le parti; suona la banda, i tori muggiscono, rumoreggia la folla accalcata di fuori; è uno spettacolo che d
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