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Aggiornato: 8 maggio 2025


E queste considerazioni mi hanno reso facile a sottoscrivere l'opinione di Bernardo Davanzati, che nel luogo sopraccitato si sforzò di provar che tutte le comoditá degli uomini, che sono fra loro in commercio, comprese insieme, tanto vagliono quanto l'oro, l'argento ed il rame coniato, che pure fra loro corre in commercio.

Io mi sono alquanto scostato in questa diffinizione da quella del Davanzati, che non ha voluto per moneta se non quella che d'oro o d'argento o di rame sia fatta, comeché le altre manchino di quella universalitá d'essere per tutto accettate, che alla essenzialitá della moneta è necessaria.

E saprei ben volentieri qual nome vorrebbe dare il Davanzati alle monete di cuoio, di carta o d'altre materie sigillate, che tanti principi hanno, in piú occasioni di strettezze di soldo, battute per pagare i soldati, con promessa di barattarle a suo tempo in migliori; se, frattanto ch'esse ebber corso, nulla loro mancò di ciò che ad esser vera moneta si richiedeva, merceché per autoritá e comando del principe niuno le ricusava per prezzo di qualunque cosa si contrattasse?

Onde siamo bensí certi che in quei tempi usava il mondo, almeno nelle parti orientali, la moneta d'oro e d'argento; ma, quanto al rame, io non so se il Davanzati ne possa aver trovato l'uso in moneta, piú antico di questo, presso qualunque autore, onde dir si possa assolutamente dalle genti essere stato il rame prima degli altri metalli in moneta ridotto.

² Il marco secondo il Davanzati valeva scudi 65 di argento. ³ Il tarì amalfitano valeva grana 12.

Esempio memorevole, che una femmina libertina volesse salvare gli strani, e quasi non conosciuti, quando gl'ingenui uomini senatori, e cavalieri scuoprivano i più cari senza tormenti. TACITO, Annali, t. XV. volgarizzamento del Davanzati. Il supplizio di Mezenzio era legare un vivo con un morto, e così lasciarlo finchè ancora egli si morisse.

L'erudito Davanzati diede veramente il primato al rame, mentre dice in una sua Lezione sopra le monete queste parole: «Fu adoperato il rame dall'antichitá e da tutte le genti fu assonto a cosí alto uffizio per legge accordata»; onde vuole che fossero di rame le piú antiche monete, e che poscia incominciasse a spendersi l'oro e l'argento in pezzi rotti, che necessariamente furono dipoi pesati, indi segnati ed in moneta battuti.

Parola Del Giorno

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