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In questo movimento di tutta l'Europa due nazioni hanno acquistato di fresco un'importanza decisiva: l'Italia e la Germania, queste due antiche sorelle nemiche, che un ideale d'universale dominio aveva per mille anni tenuto in contesa perenne. L'una era stata sede della Chiesa e del pontefice; l'altra dell'Impero e dell'imperatore. Esse si erano divisi fra loro questi due poli del mondo politico. Esse avevano fatalmente subìto la medesima sorte di universale grandezza e di debolezza nazionale, l'una per causa dell'Impero, l'altra per causa del Papato. Nell'una s'insinuava tenacemente la Chiesa come una potenza straniera (romana); nell'altra egualmente l'Impero come una potenza straniera (tedesca). Ed anche quando l'Impero fu tramontato, e precipitò la grande monarchia francese, le medioevali relazioni fra le due regioni continuarono, poichè l'Austria rimase in possesso della Venezia e della Lombardia, mentre cercava di mantenere la supremazia sulla Germania intera. Così continuava una fittizia autorit

Costituita per tal modo la nazionale rappresentanza , fu la Reggenza cresciuta di sette individui, scelto ciascuno dai sette Dipartimenti, i quali non avevano chi li rappresentasse nella Reggenza, stata nominata dal Consiglio comunale di Milano e però tutta composta di membri dell'Olona. Questa seconda nomina fu da me proposta ai Collegi elettorali quando fui a complimentarli, sembrandomi sconvenevole che il Governo fosse composto di soli milanesi, e tendente a procurare d'universale accordo la nomina comprensiva di tutti i Dipartimenti. Elessero i Collegi elettorali in loro Presidente il conte Lodovico Giovio, confermarono la Reggenza; poi la accrebbero di sette individui, e furono il conte senatore Lucrezio Longo pel Mella, il giudice di Cassazione Tonni pel Mincio, Tarsis per l'Agogna, il conte Muggiasca pel Lario, il conte Vertova pel Serio, il marchese Sommariva fratello del tenente maresciallo al servizio austriaco, che fu il primo che giunse colla forza armata per l'Alto Po ed il conte senatore Peregalli per l'Adda . Ma il destino era fatale alla sussistenza del Regno, e volle che tutto fosse malamente condotto con errori politici di ogni sorta. La prima Reggenza con soli sette individui procedeva regolarmente, godeva la pubblica opinione e con somma tranquillit