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Aggiornato: 11 giugno 2025
Certo egli è che questo dipinto, non contemporaneo e con due anacronismi, non è tal monumento da aggiugner fede al fatto taciuto o negato dai cronisti nazionali e dal d'Esclot. D'altronde è naturale che Pietro cominciando a camminare con molto riguardo verso la corte di Roma, si rimanesse dall'aizzarla con questa altra cerimonia, che si potea volgere a carico di lui in sacrilegio.
Lasciando da parte il Montaner, che nulla dice della deliberazione del parlamento siciliano, e racconta l'ambasciata in modo assai strano, è notevole che il d'Esclot porta espressamente questo parlamento in Palermo nel tempo dell'assedio di Messina, e lo accordo generale nella esaltazione di Pietro, a proposta del capitano del popolo.
E il primo è il silenzio di Niccolò Speciale, Saba Malaspina e Bernardo d'Esclot, che trattan tutti i particolari dell'avvenimento di re Pietro in Palermo; e il d'Esclot, cap. 91, dice del parlamento, e dell'omaggio fatto al re, e del banchetto che seguì; ma non fa parola nè punto nè poco del coronamento, che in que' tempi, come sa ognuno, era tenuto essenziale e impreteribile.
D'Esclot, cap. 81, e Saba Malaspina, loc. cit., suppongono che le altre citt
La data di questo diploma corrisponde bene a quelle portate dal Neocastro e dal d'Esclot, diligenti cronisti, i cui detti riscontrati co' documenti acquistano sempre maggior fede. Sembra per altro che il re prima di partire, abbia accordato solennemente e permanentemente i primi ufici dello stato a coloro cui li avea gi
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