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Aggiornato: 11 maggio 2025


I salsi umori, onde la fronte è molle, Scuote, e le piume, onde ha la chioma aspersa Crollando il capo, e quanto può l'estolle, E soffia incontra la procella avversa; Così nel mar, che freme irato e bolle, A le rive la vista ei tien conversa, E con le man robuste, e con le piante Facea contrasto a l'Ocean spumante.

L'agonia del toro è tremenda. Qualche volta il torero non aggiusta il colpo a dovere, e la spada penetra bensì fino all'elsa, ma fuor della via del cuore. Allora il toro si mette a correr l'arena colla spada confitta nelle carni, irrigando il terreno di sangue, mandando altissimi muggiti, divincolandosi e scontorcendosi in mille modi per liberarsi da quella tortura; e in quell'impetuosa corsa, qualche volta la spada salta via; qualche volta si configge più addentro, e gli cagiona la morte. Sovente l'espada è costretto a dargli una seconda stoccata, non di rado una terza, talora una quarta; il toro versa un torrente di sangue; tutte le capas dei capeadores ne sono intrise, n'è macchiato l'espada, n'è aspersa la barriera, per tutto cola sangue, gli spettatori indignati coprono il torero d'ingiurie. Qualche volta il toro profondamente ferito, cade a terra; ma non muore, e resta l

Quì dietro il sangue, che largo ei versa, L'anima vinta in ver le labbra invìa, E di freddo pallor la guancia aspersa, Tremando e palpitando ei si morìa. Ma ne la patria in grave duol sommersa L'antica genitrice il si disìa, E stanca il Ciel tutte le notti e i giorni, Pregando in van perch'egli a lei sen torni. Osservazioni critiche

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