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Aggiornato: 7 maggio 2025
ma non so chi tu se’, né perché aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a’ mortai con altrui raggi». Questo diss’ io diritto a la lumera che pria m’avea parlato; ond’ ella fessi lucente più assai di quel ch’ell’ era. Sì come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come ’l caldo ha róse le temperanze d’i vapori spessi,
ma non so chi tu se', ne' perche' aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a' mortai con altrui raggi>>. Questo diss'io diritto alla lumera che pria m'avea parlato; ond'ella fessi lucente piu` assai di quel ch'ell'era. Si` come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come 'l caldo ha rose le temperanze d'i vapori spessi,
ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e si` come da me son porte, cosi` queste parole segna a' vivi del viver ch'e` un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch'e` or due volte dirubata quivi.
ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e si` come da me son porte, cosi` queste parole segna a' vivi del viver ch'e` un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch'e` or due volte dirubata quivi.
ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e sì come da me son porte, così queste parole segna a’ vivi del viver ch’è un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch’è or due volte dirubata quivi.
ma non so chi tu se’, né perché aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a’ mortai con altrui raggi». Questo diss’ io diritto a la lumera che pria m’avea parlato; ond’ ella fessi lucente più assai di quel ch’ell’ era. Sì come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come ’l caldo ha róse le temperanze d’i vapori spessi,
ma non so chi tu se', ne' perche' aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a' mortai con altrui raggi>>. Questo diss'io diritto alla lumera che pria m'avea parlato; ond'ella fessi lucente piu` assai di quel ch'ell'era. Si` come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come 'l caldo ha rose le temperanze d'i vapori spessi,
ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e sì come da me son porte, così queste parole segna a’ vivi del viver ch’è un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch’è or due volte dirubata quivi.
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