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Aggiornato: 30 aprile 2025
Alessandro IV ad Arrigo III. Perchè paghi una somma di danaro, spesa dalla corte di Roma per l'occupazione di Puglia, pag. 547. 3 maggio 1255. Alessandro IV commuta nella impresa di Sicilia il voto preso da re Arrigo per Terrasanta, pag. 547. 7 detto. Altra bolla sullo stesso soggetto, p. 548. 11 detto.
Mentre con grandissima sospensione di animo stavano i convocati nella aspettativa di eventi mirabili, dischiuse, allo improvviso le imposte d'una porta, comparvero due chierici, che portavano un altare, dice la Cronaca, di legno; ma noi troviamo, che simili altari permessi nelle persecuzioni della Chiesa furono dopo l'Imperatore Costantino solennemente aboliti nell'anno 547 di nostra salute in un concilio di Francia; onde ci è forza credere che Manfredi, il quale voleva fare le tante cose a suo modo diverse dai precetti della Chiesa, così pure si comportasse sul fatto degli altari.
³⁰⁰ Iulian., 547. Bisogna, dunque, dire che la sua cortesia per Aezio avesse proprio solo un movente di simpatia personale, e non possiamo dedurre che Giuliano arianeggiasse, ciò che sarebbe stato veramente inesplicabile, dato che, nella corte semiariana di Costanzo, egli aveva avuto i suoi più fieri avversari. Tuttavia, il personaggio che destava, nell’imperatore, la più implacabile antipatia, si trovava nel campo opposto, ed era nientemeno che il grande Atanasio, il fondatore dell’ortodossia cattolica. Questi due uomini, geniali l’uno e l’altro, di cui l’uno rappresentava il passato e l’altro l’avvenire, l’uno l’Ellenismo risorgente, l’altro il Cristianesimo dominatore, erano incompatibili l’uno all’altro. Il fatto che Giuliano tanto si incollerisce contro Atanasio, che era stato una vittima di Costanzo, mostra che, malgrado la sua giovinezza, egli conosceva a fondo gli uomini e vedeva dove stava il pericolo. Egli sentiva che la forza del Cristianesimo non stava gi
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