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Il babbo si mostra sempre soddisfatto e orgoglioso della sua Tuccia, e io godo anche di più per due motivi, prima, perchè contento lui, e poi, perchè la gente mi loda, mi esalta e a me è sempre piaciuto il fumo dell'incenso sotto il naso. Il Natale era insomma la festa della mia vanit

Tuccia disse a un tratto con voce più gentile del solito più diventi grande e più vieni a somigliare al ritratto della povera mamma. Davvero? Tal'e quale, la stessa fronte, lo stesso sguardo.... Ti chiameremo d'ora innanzi la nostra mammina.

Don Giovanni è insieme mecenate e poeta, ed esser mecenate nella Roma d'oggi è grandemente più utile che esser poeta. La giovane scuola dei poeti romani, confortata ed aiutata da lui, gli si raggruppa intorno come libera accademia per reciproco incoraggiamento ed emulazione. Nomino solo gli ingegni più originali, personali e indipendenti: Fabio Nannarelli, Ignazio Ciampi, Paolo Emilio Castagnola, Giambattista Maccari, e la poetessa Gnoli. Questa scuola ha fondato un organo proprio, sotto gli auspici di Torlonia, che promette di aver una parte non indifferente nella letteratura di Roma. Si chiama «La Strenna Romana». Si chiama Strenna in Italia quel che noi chiamiamo Musenalmanach. Questa Strenna uscì la prima volta, a cura del Torlonia e del Castagnola, il primo dell'anno del 1858. Conteneva poesie e prose varie; fra l'altro riproduceva un frammento della Cronaca di Viterbo di Nicola della Tuccia, fatta stampare dal Ciampi. Questa miscela di poesie liriche e di scritti storici non è da lodarsi, ed io esprimo ai miei amici di Roma il desiderio di veder presto la parte poetica separata e pubblicata in volume a . Questa promiscuit