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Un poeta più sereno, di tinta romantica, è Ignazio Ciampi. Gli riesce felicemente la canzone melodica e facile, come la sua Fata Morgana. Ciampi ha una fantasia fervida, una lingua gradevole, imagini leggiadre e piacevoli. Un'edizione accresciuta delle sue poesie conterr

La mattina del 26 agosto 1849, giorno di domenica, due sconosciuti, poco dopo il sorgere del sole, guidati da persona del paese, scendevano a piedi il monte delle Calvane per la pendice che conduce alla valle del Bisenzio. Si erano presentati a Montecuccoli ad ora inoltrata della sera innanzi, ed avevano chiesto ed ottenuto ricovero per quelle poche ore in casa Ciampi, da dove erano ripartiti senza dare a conoscere l'essere loro, e dopo avere fatta ricerca di chi li dirigesse verso Pistoia. Un tale Ferdinando Marcelli detto Fiorino si era offerto di condurli al Molino di Cerbaia, da dove il mugnaio, che aveva nome di ospitaliero e servizievole, avrebbe pensato al modo di fare loro continuare la via. Una qualche straordinaria circostanza aveva certamente balzati quei due per luoghi così alpestri ed inusitati; non avevano toscana la pronunzia; era il loro vestiario decente, ma non portavano seco qualsiasi oggetto di viaggio; erano pervenuti a Montecuccoli sboccando dalle boscaglie che ricuoprono i monti dell'Appennino. questo solo avrebbe attirata sui due viandanti l'attenzione altrui, che anche dalle loro persone traspariva un qualche cosa di veramente singolare; l'uno di essi, di mezzana statura, dalle membra bene proporzionate, dalla barba bionda, dai capelli lunghi e ricciuti che gli scendevano per le spalle, dalla fisonomia bella, fiera, ma velata da un intimo senso di mestizia, procedeva pel primo, e faceva trasparire da tutti i suoi atti una tale sicurezza di , da doverlo a forza riverire ed ammirare. L'altro, bruno di carnagione e di capelli, adusto della persona, zoppicante da un piede, seguiva il compagno coll'obbedienza del soldato verso il suo capo, coll'amore previdente del figlio verso il suo genitore. Camminavano spediti, per quanto il bruno non potesse fare a meno di mostrarsi qualche volta sofferente del suo piede, e, mentre passavano al di sotto del poggio a cui sovrastano i grandiosi avanzi dell'antica rocca di Cerbaia, il viaggiatore biondo non potè fare a meno di soffermarsi a rimirare le grandezze dei tempi che furono. I suoi belli occhi celesti si saranno velati ancora più di mestizia, e forse l'istoria intera dell'umanit

Don Giovanni è insieme mecenate e poeta, ed esser mecenate nella Roma d'oggi è grandemente più utile che esser poeta. La giovane scuola dei poeti romani, confortata ed aiutata da lui, gli si raggruppa intorno come libera accademia per reciproco incoraggiamento ed emulazione. Nomino solo gli ingegni più originali, personali e indipendenti: Fabio Nannarelli, Ignazio Ciampi, Paolo Emilio Castagnola, Giambattista Maccari, e la poetessa Gnoli. Questa scuola ha fondato un organo proprio, sotto gli auspici di Torlonia, che promette di aver una parte non indifferente nella letteratura di Roma. Si chiama «La Strenna Romana». Si chiama Strenna in Italia quel che noi chiamiamo Musenalmanach. Questa Strenna uscì la prima volta, a cura del Torlonia e del Castagnola, il primo dell'anno del 1858. Conteneva poesie e prose varie; fra l'altro riproduceva un frammento della Cronaca di Viterbo di Nicola della Tuccia, fatta stampare dal Ciampi. Questa miscela di poesie liriche e di scritti storici non è da lodarsi, ed io esprimo ai miei amici di Roma il desiderio di veder presto la parte poetica separata e pubblicata in volume a . Questa promiscuit

Ciampi ha più volte mostrato la sua abilit

Secondo il suo dotto biografo il professore Sebastiano Ciampi, gi