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Era giá introdotto in Francia l'uso di batter le monete col torchio a bilancia, ch'è un istromento nel quale il conio s'imprime mediante una vite poco differente da quella de' stampatori de' libri; se non quanto questa vite sostiene di sopra un ferro traverso grande a guisa di bilancia, impennatovi in mezzo e sostenutovi in equilibrio, il quale, lungo sette in otto piedi alle estremitá sue, vien caricato di due gran palle di piombo al peso di cento e cinquanta e piú libbre l'una, nello stesso ferro infilzate e ferme.

I Normanni dal trattare la piccozza in fuori, non sembra che sapessero fare guari altro; molto meno poi calcolare: onde per potere strigare le faccende presto, e bene, immaginarono una cassa divisa a scompartimenti, appunto uguale alla cassa che adoperano gli stampatori per riporvi i caratteri; e quivi dentro misuravano il danaro, come il grano, con lo staio.

Ecco come c'entrano. E si sono accorti, salvo qualche tempestivo o precoce rammollito, indurito nella tedescolatria, che il piú dell'oro era princisbecche, il marmo cartapesta, l'avorio celluloide. Ma una fede rimase intatta: la fede nella eccellenza assoluta ed insuperabile dei tedeschi come stampatori e come editori. Su questo punto niuno osò muover dubbio.

E hanno lanciato alla Patria un bando, che, se raccogliesse consenso, convertirebbe tutti gli studiosi, e massime quelli di piú forte ingegno, in una repubblica di stampatori. Che dici di questa idea. Maestro? Foscolo Dico che «io vorrei che cessasse questa libidine di codici e di varie lezioni. Questi sono i fasti della bella letteratura italiana nei secoli passati.

CORONA. Potrebbe forse pentirsene, credilo a me. PAOLA. Di che? CORONA. Dir tanto male. PAOLA. Anzi solamente si dole che non pur Merlino, ma Limerno compose cosí precipitosamente che li stampatori non poteano supplire a l'abbondanzia e copia de' suoi versi; laonde pargli un errore grandissimo non aver servato lo precetto oraziano.

Quindi i letterati, non potendo ritrarre sufficienti ricompense dagli stampatori, si rivolsero quasi sempre a' principi ed a' governi. Stretti da altri doveri piú sacri, i governi non poterono sempre contentar tutti i letterati. Però, crescendo la frotta de' concorrenti, non bastava la pastura, e i begli ingegni bisognava spesso che se la strappassero l'un l'altro di bocca.

E perch'era in quel secolo un'usanza, al maritar delle persone altere, il far di versi una grand'abbondanza, parte alla dama e parte al cavaliere; anzi era questo di tanta importanza quel quant'era il mangiare ed il bere, che questo libro gli sposi ordinavano e i stampatori a gran costo pagavano;