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Aggiornato: 9 maggio 2025
In conseguenza la brigata granatieri della 1ª divisione, postasi in moto alle 4 del mattino, era preceduta da un battaglione di bersaglieri, uno di fanteria, uno squadrone di cavalleggeri d'Alessandria ed una sezione d'artiglieria; la 3ª divisione aveva spinto quattro ricognizioni sulla strada che costeggia il Lago e la ferrovia; la 5ª inviò il suo capo di Stato Maggiore Colonnello Cadorna con l'8º bersaglieri, un battaglione dell'11º, una sezione d'artiglieria ed uno squadrone cavalleggeri di Saluzzo per la strada Sugana nella direzione di Pozzolengo.
Gli austriaci, che erano in forze preponderanti, accettarono la sfida e, malgrado la resistenza eroica delle poche truppe che loro stanno di fronte, riescirono ad impadronirsi delle alture della Casetta e S. Martino occupandole solidamente. Alle 10 del mattino il generale Mollard vedendo sboccare la brigata Cuneo la spiegò in due linee fra la strada Sugana e Casa Nuova e procedè all'assalto.
Il Colonnello Cadorna della 5ª divisione avanzandosi per la strada Sugana incontra alle cascine di Ponticello gli avamposti del corpo di Benedeck; per rendersi conto della loro forza spiegò immediatamente le sue poche truppe, mandando ad avvisare il generale Mollard onde accelerasse la marcia.
La fortezza di Verona era diventata, ai primi di luglio del 1796, la loro principale base d'operazione contro l'esercito mobile degli Austriaci e contro la piazza di Mantova, il punto d'appoggio contro gli sbocchi dal Tirolo e dalla Val Sugana, la tappa intermedia dal Milanese e dal Bresciano nella vagheggiata marcia dei Francesi alla volta di Venezia, del Friuli e dei confini occidentali dell'Impero .
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