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Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi la divina podestate, la somma sapïenza e ’l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate’. Queste parole di colore oscuro vid’ ïo scritte al sommo d’una porta; per ch’io: «Maestro, il senso lor m’è duro».

«Drizza le gambe, lèvati , frate!», rispuose; «non errar: conservo sono teco e con li altri ad una podestate. Se mai quel santo evangelico suono che dice ‘Neque nubent’ intendesti, ben puoi veder perch’ io così ragiono. Vattene omai: non vo’ che più t’arresti; ché la tua stanza mio pianger disagia, col qual maturo ciò che tu dicesti.

Quest'e` 'l principio la` onde si piglia ragion di meritare in voi, secondo che buoni e rei amori accoglie e viglia. Color che ragionando andaro al fondo, s'accorser d'esta innata libertate; pero` moralita` lasciaro al mondo. Onde, poniam che di necessitate surga ogne amor che dentro a voi s'accende, di ritenerlo e` in voi la podestate.

Quest'e` 'l principio la` onde si piglia ragion di meritare in voi, secondo che buoni e rei amori accoglie e viglia. Color che ragionando andaro al fondo, s'accorser d'esta innata libertate; pero` moralita` lasciaro al mondo. Onde, poniam che di necessitate surga ogne amor che dentro a voi s'accende, di ritenerlo e` in voi la podestate.

<<Drizza le gambe, levati su`, frate!>>, rispuose; <<non errar: conservo sono teco e con li altri ad una podestate. Se mai quel santo evangelico suono che dice 'Neque nubent' intendesti, ben puoi veder perch'io cosi` ragiono. Vattene omai: non vo' che piu` t'arresti; che' la tua stanza mio pianger disagia, col qual maturo cio` che tu dicesti.

Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina podestate, la somma sapienza e 'l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate". Queste parole di colore oscuro vid'io scritte al sommo d'una porta; per ch'io: <<Maestro, il senso lor m'e` duro>>.

Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi la divina podestate, la somma sapïenza e ’l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate’. Queste parole di colore oscuro vid’ ïo scritte al sommo d’una porta; per ch’io: «Maestro, il senso lor m’è duro».

<<Drizza le gambe, levati su`, frate!>>, rispuose; <<non errar: conservo sono teco e con li altri ad una podestate. Se mai quel santo evangelico suono che dice 'Neque nubent' intendesti, ben puoi veder perch'io cosi` ragiono. Vattene omai: non vo' che piu` t'arresti; che' la tua stanza mio pianger disagia, col qual maturo cio` che tu dicesti.

«Drizza le gambe, lèvati , frate!», rispuose; «non errar: conservo sono teco e con li altri ad una podestate. Se mai quel santo evangelico suono che dice ‘Neque nubent’ intendesti, ben puoi veder perch’ io così ragiono. Vattene omai: non vo’ che più t’arresti; ché la tua stanza mio pianger disagia, col qual maturo ciò che tu dicesti.