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Aggiornato: 12 giugno 2025


<<Questi e` colui che giacque sopra 'l petto del nostro pellicano, e questi fue di su la croce al grande officio eletto>>. La donna mia cosi`; ne' pero` piue mosser la vista sua di stare attenta poscia che prima le parole sue. Qual e` colui ch'adocchia e s'argomenta di vedere eclissar lo sole un poco, che, per veder, non vedente diventa;

e sotto l'ombra de le sacre penne governo` 'l mondo li` di mano in mano, e, si` cangiando, in su la mia pervenne. Cesare fui e son Iustiniano, che, per voler del primo amor ch'i' sento, d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano. E prima ch'io a l'ovra fossi attento, una natura in Cristo esser, non piue, credea, e di tal fede era contento;

rivolsersi a la luce che promessa tanto s’avea, e «Deh, chi sietefue la voce mia di grande affetto impressa. E quanta e quale vid’ io lei far piùe per allegrezza nova che s’accrebbe, quando parlai, a l’allegrezze sue! Così fatta, mi disse: «Il mondo m’ebbe giù poco tempo; e se più fosse stato, molto sar

Ben supplico io a te, vivo topazio che questa gioia preziosa ingemmi, perche' mi facci del tuo nome sazio>>. <<O fronda mia in che io compiacemmi pur aspettando, io fui la tua radice>>: cotal principio, rispondendo, femmi. Poscia mi disse: <<Quel da cui si dice tua cognazione e che cent'anni e piue girato ha 'l monte in la prima cornice,

Or s'i' non procedesse avanti piue, 'Dunque, come costui fu sanza pare? comincerebber le parole tue. Ma perche' paia ben cio` che non pare, pensa chi era, e la cagion che 'l mosse, quando fu detto "Chiedi", a dimandare. Non ho parlato si`, che tu non posse ben veder ch'el fu re, che chiese senno accio` che re sufficiente fosse;

così Beatrice trasmutò sembianza; e tale eclissi credo che ’n ciel fue quando patì la supprema possanza. Poi procedetter le parole sue con voce tanto da trasmutata, che la sembianza non si mutò piùe: «Non fu la sposa di Cristo allevata del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, per essere ad acquisto d’oro usata;

così Beatrice trasmutò sembianza; e tale eclissi credo che ’n ciel fue quando patì la supprema possanza. Poi procedetter le parole sue con voce tanto da trasmutata, che la sembianza non si mutò piùe: «Non fu la sposa di Cristo allevata del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, per essere ad acquisto d’oro usata;

e sotto l'ombra de le sacre penne governo` 'l mondo li` di mano in mano, e, si` cangiando, in su la mia pervenne. Cesare fui e son Iustiniano, che, per voler del primo amor ch'i' sento, d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano. E prima ch'io a l'ovra fossi attento, una natura in Cristo esser, non piue, credea, e di tal fede era contento;

rivolsersi a la luce che promessa tanto s'avea, e <<Deh, chi siete?>> fue la voce mia di grande affetto impressa. E quanta e quale vid'io lei far piue per allegrezza nova che s'accrebbe, quando parlai, a l'allegrezze sue! Cosi` fatta, mi disse: <<Il mondo m'ebbe giu` poco tempo; e se piu` fosse stato, molto sara` di mal, che non sarebbe.

rivolsersi a la luce che promessa tanto s'avea, e <<Deh, chi siete?>> fue la voce mia di grande affetto impressa. E quanta e quale vid'io lei far piue per allegrezza nova che s'accrebbe, quando parlai, a l'allegrezze sue! Cosi` fatta, mi disse: <<Il mondo m'ebbe giu` poco tempo; e se piu` fosse stato, molto sara` di mal, che non sarebbe.

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