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Aggiornato: 2 maggio 2025
Fendi l'aria, dic'Ei, vola repente In sul Filermo, ove AMEDEO soggiorna: Armi gli reca; e la fida alma ardente A l'armi infiamma; indi qua sù ritorna. Perch'a l'orgoglio de l'iniqua gente, Ei pugnando la giù, fiacchi le corna, Seco gli Angioli fian, cui data è cura E di Lui stesso e de le rodie mura.
Vero e` che, come forma non s'accorda molte fiate a l'intenzion de l'arte, perch'a risponder la materia e` sorda, cosi` da questo corso si diparte talor la creatura, c'ha podere di piegar, cosi` pinta, in altra parte; e si` come veder si puo` cadere foco di nube, si` l'impeto primo l'atterra torto da falso piacere.
Poi contra Anselmo maneggiò non manco La larga spada, e sì tra 'l braccio, e 'l collo Accarna il ferro, e giù discende al fianco, Che senza più ferir morto lasciollo. Al dolente guerrier non usciva anco Piuma sul volto; Baldovin creollo, Perch'a la patria Angier fosse ornamento; E da lei lunge in sul fiorire è spento.
Tacque, e per gaudio gli sfavilla il guardo, E giù nel petto il cor gli si commove, E lo strale più reo sceglie non tardo, E n'arma l'arco a le bramate prove; E perch'a morte ei vada, il crudo dardo Piantar nel cavalier guarda ben dove; Poi la piaga volar per l'aria lassa, Ma dal guerrier da lunge ella trapassa.
118 Né lunga servitù, né grand'amore che ti fu a mille prove manifesto, ebbono forza di tenerti il core, che non fossi a cangiarsi almen sì presto. Non perch'a Mandricardo inferiore io ti paressi, di te privo resto; né so trovar cagione ai casi miei, se non quest'una, che femina sei.
Tale il guerriero indomito s'avventa Contra AMEDEO per sanguinosa strada, Ed alza il braccio ed impiagarlo tenta Su l'alma fronte, perch'a morte ei vada; Ma quel Re formidabile appresenta L'invitta punta de l'eterea spada Sotto il braccio alto, e ne l'ascella il piaga E d'atro sangue tutto il fianco allaga.
La provedenza, che cotanto assetta, del suo lume fa 'l ciel sempre quieto nel qual si volge quel c'ha maggior fretta; e ora li`, come a sito decreto, cen porta la virtu` di quella corda che cio` che scocca drizza in segno lieto. Vero e` che, come forma non s'accorda molte fiate a l'intenzion de l'arte, perch'a risponder la materia e` sorda,
ch'io veggio certamente, e pero` il narro, a darne tempo gia` stelle propinque, secure d'ogn'intoppo e d'ogni sbarro, nel quale un cinquecento diece e cinque, messo di Dio, ancidera` la fuia con quel gigante che con lei delinque. E forse che la mia narrazion buia, qual Temi e Sfinge, men ti persuade, perch'a lor modo lo 'ntelletto attuia;
ch'io veggio certamente, e pero` il narro, a darne tempo gia` stelle propinque, secure d'ogn'intoppo e d'ogni sbarro, nel quale un cinquecento diece e cinque, messo di Dio, ancidera` la fuia con quel gigante che con lei delinque. E forse che la mia narrazion buia, qual Temi e Sfinge, men ti persuade, perch'a lor modo lo 'ntelletto attuia;
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